Ecomuseo del Paesaggio

 Mappa interattiva della Comunità di Parabiago

In esecuzione:
canto di uccelli dei boschi della Brughierezza e richiamo di un picchio rosso maggiore (giugno 2003)


Per approfondimenti


pagine correlate:

- Parco del Roccolo

- Boschi di Arluno

- Il Roccolo

- Il Gufo



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Mappa: (C) 2007 Patrizio Croci

Boschi della Brughierezza

Boschi della Brughierezza, sono un'area boschiva inserita nel Parco del Roccolo.
Evidenze topografiche fanno supporre che furono compiuti interventi di centuriazione dei terreni agricoli più fertili a partire dalla strada del Sempione verso Nord-Est e verso Sud-Ovest sino ad interessare parte dell’area del Parco del Roccolo. Vaste zone probabilmente rimasero incolte quali ad esempio la Brughierezza.

In corrispondenza di tale area, infatti, tra Busto Garolfo, Parabiago, Casorezzo e Arluno, la maglia regolare del suolo agrario, evidente a partire dall’asse del Sempione, si interrompe. Nelle mappe topografiche antecedenti l’urbanizzazione e la costruzione del canale Villoresi, si rileva che le strade interpoderali, che dall’asse del Sempione risultano essere pressoché parallele ed orientate da NE a SO, cambiano direzione assumendo, verso gli abitati di Busto Garolfo e Arluno, orientazione prevalentemente E – O. Si può supporre che tali aree in epoca romana non subirono opere di divisione per la bassa fertilità dei suoli e per la scarsità dei corsi d'acqua. Esse erano coperte da boschi e brughiere.

L’origine delle brughiere potrebbe risalire alla distruzione della foresta e quindi dell’humus. Il suolo, così dilavato dalle piogge ed impoverito, ha permesso l’insediamento, incontrastato, del Brugo e di altre specie arbustive.

Il toponimo “Brughierezza” e altri ancora presenti nelle attuali mappe catastali di Arluno e Parabiago, quali il nome della strada vicinale della "brughiera di Busto Garolfo” e lo stesso Busto Garolfo, che alcuni autori fanno risalire al termine latino "bustum" cioè terra arida, bruciata, testimoniano, infatti, la presenza, nel Parco del Roccolo, di brughiere scomparse tra la fine del XVIII sec. e i primi decenni del XIX, soppiantate dalla diffusione della Robinia (Robinia pseudoacacia), specie nordamericana utilizzata largamente per i rimboschimenti a causa della sua attitudine a crescere anche in luoghi dove a stento vegetano altre specie arboree.

Oggi nell'area, si possono ancora ammirare piante originarie della Pianura Padana come rovere, farnia, mughetto, sigillo di Salomone e pervinca. Queste zone sono l'habitat naturale di saettoni, toporagni, ghiri, arvicole rossastre, gufi, allocchi, sparvieri e picchi.

Per la buona riuscita di questa mappa interattiva è gradita la partecipazione
e la collaborazione di chiunque sia interessato.
Solo in questo modo una mappa normale può diventare davvero Mappa della Comunità.

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