Descrizione: Spesso identificato con il nome di Castello, il palazzo prospetta di fronte al portone di Villa Gandini.
Fu il sogno
irrealizzato del Conte Senatore Filippo Archinto, personaggio legato alla corte
spagnola. Con la morte di Filippo Archinto nel 1712 e successivamente del
fratello Card. Giuseppe, arcivescovo di Milano, vengono a mancare il
committente del palazzo e l’esponente più illustre della famiglia. Pertanto gli
Archinto cambiarono il proposito di costruire la loro villa di villeggiatura a
Robecco. Decisero di demolire i due blocchi costruiti cominciando dall’ala non
ancora terminata, forse per riutilizzare i mattoni nella costruzione del loro
Palazzo di Milano trasportandoli su barche lungo il Naviglio Grande.
Oggi infatti solo le incisioni di Marc'Antonio Dal Re (1726)
possono documentare l'ardita costruzione, iniziata a cavallo tra il
XVII ed il XVIII secolo su disegni di Carlo Federico Pietrasanta: doveva
essere un complesso di quattro grandi palazzi, con un nucleo centrale
elevato di cinque piani e quattro ali laterali uncinate della medesima
altezza (le due rivolte verso il Naviglio erano concluse da quattro
torri merlate); verso il paese una grande esedra avrebbe dovuto
accogliere le carrozze, verso il naviglio due pontili, di cui uno
coperto, i barconi provenienti dalla città.
Di tutto ciò rimane oggi solo il blocco terminale di una delle
quattro ali, con le due torri merlate, recentemente restaurato con una
grandiosa opera che ha riportato la costruzione ad un antico splendore.
Attualmente il palazzo ospita la biblioteca comunale ed il locale Museo del Naviglio Grande.
Sul Naviglio Grande il Ponte degli scalini.
Si tratta di
una villa di delizia (secondo la definizione di Marc'Antonio Dal Re).
(Testo tratto da Wikipedia e rielaborato)