la scuola fantastica
0.1
Ecomuseo di Parabiago
Scritto con Libro Game Creator 2.0.3 (build 3)
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LA VISITA DI RE UMBERTO I A PARABIAGO


L'uomo in divisa ci fa da ponte e il vortice ci porta in un luogo in cui ci sono dappertutto soldati a cavallo, guardie comunali, e molti altri militari o uomini dell'ordine, perfino i carabinieri.
Siamo in piazza, di nuovo, ma c'è una gran folla disposta in modo da lasciare libero il passaggio centrale. Ci sono anche molti bambini che sventolano il tricolore. Tutti urlano “Viva il re! Viva il re!”
Io e Marta ci guardiamo eccitati e ci domandiamo reciprocamente: -Il re? -
Un uomo di fianco a noi ci guarda e ci spiega:
-Sì è Umberto I. Il nostro caro re. Che onore! -
-Allora siamo nel 1890. - afferma la mia amica.
-Come fai a esserne certa? -le domando ormai sempre meno stupito della sua preparazione.
-Ricordi la lapide che sta sulla facciata della nostra scuola? Commemora proprio questo fatto. L'ospitalità che Parabiago diede a Umberto I.-
-Ma che cosa è venuto a fare dalle nostre parti? - chiedo
-Non lo so; forse era solo di passaggio e ha voluto salutare la popolazione della zona. Sai che mio bisnonno mi raccontava che è andato anche a Nerviano e su questo c'è una specie di leggenda.-
-Cioè? - chiedo io.
-Ha chiesto a quelli del paese qui vicino se volevano la ferrovia o se preferivano poter usare il prefisso “re” nel loro cognome dopo quella visita. - continua lei.
-E i Nervianesi che cosa hanno risposto?
-Secondo te? Non conosci nessuno di Nerviano che ha il cognome composto da due parole unite o separate e la prima è “re”? - mi domanda.
-Hai voglia! Ne conosco un sacco ed alcuni sono nella mia squadra di calcio. E poi a Nerviano non passa il treno. - le dico.
-Appunto! Ma io, se fossi stato al loro posto, avrei scelto la ferrovia: mi sembra molto più importante. -ci ride sopra lei.
-Quindi tutti questi bambini non sono a scuola perchè vogliono festeggiare il passaggio di sua maestà. A noi non capitano mai queste fortune. -mi lamento io.
-Ma noi non abbiamo mica il re! - si scandalizza Marta.
-Certo che lo so, ma almeno potrebbe venire a trovarci il Presidente della Repubblica.-
La folla è sempre più festosa. Il re fa fermare la carrozza davanti alla chiesa e scende col suo seguito. Probabilmente vogliono partecipare alla funzione religiosa appositamente programmata per il grande evento.
Curiosi più che mai io e Marta ci facciamo strada tra la calca e ci infiliamo in una panca laterale non distante dalla prima fila di fronte all'altare.
Prima che inizi la celebrazione accade però qualcosa che ci sbalza di nuovo attraverso il vortice spazio-temporale.

-Mentre siamo lì seduti, un altro bambino mi dà la sua bandierina tricolore e se ne va tutto contento di aver saltato un giorno di lezione nella scuola che è ancora di fianco alla chiesa: vai al paragrafo 29
-Marta si avvicina al viceré perché, pur essendo una grande studiosa dei fatti storici, le interessano anche i retroscena della vita dei personaggi. Così vorrebbe riuscire ad avere dal vicerè indiscrezioni sulla vita di corte, magari anche un pò di gossip da raccontare poi alle sue amiche. Allora lo chiama toccandogli un braccio: vai al paragrafo 26
-Marta e io veniamo fermati da un signore: è il maestro delle scuole elementari, che si trovano ancora di fianco alla parrocchia: vai al paragrafo 28