la scuola fantastica
0.1
Ecomuseo di Parabiago
Scritto con Libro Game Creator 2.0.3 (build 3)
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LAVORI IN CORSO

Il ponte spazio temporale ci porta nel cantiere di un edificio in costruzione. Riconosciamo il luogo: è quello in cui sorgerà la nostra scuola Alessandro Manzoni. Il capomastro sta discutendo con qualcuno di importante.
-E' inutile sindaco, con i fondi che avete messo a disposizione non ce la facciamo a costruire tutte le aule che volevate. - si lamenta.
-Ma quando abbiamo assegnato l'appalto per i lavori il costo era chiaro: 58650 lire, anzi semmai qualcosa di meno. - fa notare l'altro.
-Lei ha ragione, ragioner Moroni, ma i costi sono aumentati: la manodopera è più cara ed anche i materiali. Io non voglio di certo tirare su una scuola che cada in testa ai bambini: voglio che resista più di cento anni, quindi sto usando solo roba buona. Inoltre ci sono state delle modifiche al progetto iniziale. - fa notare il direttore dei lavori del cantiere.
-Lo sapevo io. Quando la commissione voluta dal Signor Felice Gajo si è messa a valutare i progetti, ormai sei anni fa, ne ha scelto uno troppo ambizioso. Tutta colpa di quell'architetto Gussalli, che ha voluto fare una cosa al di sopra delle nostre possibilità finanziarie, scegliendo il progetto dell'architetto Fumagalli. -si arrabbia il sindaco Moroni. Poi, facendo delle strane congetture ad alta voce, si lascia scappare un commento inaspettato -Secondo me Gajo, che guidava la commissione, lo ha fatto apposta per mettermi nei guai: non ha mai digerito il fatto che l'ho accusato di aver comprato la vecchia filanda Motta senza aver consultato nessuno. Voleva fare tutto di testa sua e tirare su la scuola in quell'edificio rimettendolo a posto. Ma adesso il sindaco sono io.-
-Guardi ragioniere che a me tutti questi intrighi politici non interessano per niente. -commenta l'altro.
-E neppure a noi! - ci diciamo sottovoce Marta e io – Ormai la scuola c'è ed è bella grande, quindi vedete di arrivare al sodo e di finire quello che avete iniziato. -aggiunge lei.
-Gli adulti sembrano fatti apposta per complicare tutto ciò che dovrebbe essere semplice. - proseguo io.
-Soprattutto i maschi! -conclude malignamente la mia amica, con una smorfia.
-Comunque quello che stiamo facendo fino ad ora è a regola d'arte. - riprende il capomastro – faremo 10 aule anziché 12: 5 per i maschi e 5 per le femmine. A meno che troviate altri soldi per tutte le aule previste.
-Maschi e femmine separati? - ci scappa di dire.
-Che brutto! - commenta Marta.
-Che sogno! -le faccio eco io.
-Sei il solito stupido! - chiude il discorso lei.
-E si tratta di aule belle capienti: ognuna potrà ospitare ben 60 alunni. -continua quello.
-60?! -esclamiamo insieme – che incubo!
-Ma ti immagini – le faccio notare io – quando capita una supplente con 60 bambini? È il Paese dei Balocchi! -
-Già, il caos più completo. - conferma lei, meno entusiasta di me all'idea.
-E non dimentichi, caro sindaco, che i pavimenti li facciamo in cemento e non in legno, altrimenti i bambini delle aule sotto, sentirebbero troppa confusione da quelli sopra. - va avanti a spiegare il direttore dei lavori.
-Macchè confusione e confusione: i bambini devono solo stare seduti, ascoltare, esercitarsi e imparare. E chi sgarra ... pac! Una bella bacchettata sulle mani, come faceva il mio maestro. - si innervosisce il severo primo cittadino.
-Per quanto riguarda i bagni – prosegue il capo degli operai – l'architetto ha detto di fare le latrine senza la porta, tanto sono solo bambini.
”Che vergogna!” pensiamo io e la mia amica senza confessarcelo apertamente
-Va bene, va bene. E le caldaie? - si informa il sindaco.
-Staranno nei sotterranei, come volevate. E forse riusciremo a farci stare nelle spese anche un balcone.-
-Benissimo. Così potrò fare al popolo un bel discorso all'inaugurazione della scuola, di fianco all'asta con la bandiera, guardi qui, la porto sempre con me. - risponde il sindaco mostrando il tricolore che ha in tasca – chissà come sarà invidioso Gajo!

-La bandiera italiana viene portata via da un'improvvisa folata di vento e arriva fino ai nostri piedi. Noi la raccogliamo: vai al paragrafo 29

-Entriamo di soppiatto nel cantiere e curiosiamo nell'edificio in costruzione: vai al paragrafo 30