Non riusciamo a spiegarci perché il contatto
con il viceré ci abbia teletrasportato nello spazio e nel tempo dentro
... ad uno studio scientifico.
La stanza è illuminata dalla luce che proviene dalle finestre e noi iniziamo a curiosare intorno.
Ovunque
ci sono provette e campioni di non si sa che cosa, ma sicuramente
appartenenti a esseri viventi, conservati in barattoli di vetro in
liquidi molto strani e colorati. Ci sono anche modelli di corpo umano,
uno scheletro e riproduzioni di organi disegnati ovunque e appesi alle
pareti, con corpi aperti per mostrarne le parti interne, le vene, i
muscoli.
-Aiuto Marta ... - bisbiglio con la faccia completamente
bianca dalla paura -... siamo finiti nella casa del dottor
Frankenstein!
-Che sia lo studio di un medico è certo, ma non
credo che siamo in quello di un pazzo. Guarda i libri: mi sembra uno
che si appassioni di curare la gente, non di creare dei mostri.-
Le
pareti e la scrivania, infatti, sono piene di libri. In mezzo al suo
banco di lavoro compare un'opera scritta in inglese: “An Inquiry Into
Causes and Effects of the Variolæ Vaccinæ” di Edward Jenner.
Poi sparsi ovunque appunti che parlano di malattie infettive e di febbri.
Sentiamo una voce e dei passi e ci nascondiamo. Entra un signore dall'aspetto elegante, ma molto concentrato sui suoi pensieri.
-Ma
dove ho messo il mio libro? Devo cercare un'affermazione che ho scritto
per parlarne con gli altri medici dell'Ospedale che dirigo. Il
prestigioso Ospedale Maggiore di Milano. - si domanda parlando ad alta
voce tra sé e sé, mostrandosi chiaramente orgoglioso della propria
posizione e fama scientifica.
-Ah eccolo, finalmente.-
Apre il
volume e lo sfoglia, fino a che trova l'informazione che gli interessa.
Si trascrive alcune cose su un taccuino che poi ripone in tasca e se ne
va.
Curiosi io e Marta usciamo allo scoperto e ci precipitiamo a leggere il nome dell'autore.
Sulla copertina troviamo scritto: “Saggio sulle diagnosi delle malattie nervose ed infiammatorie del dottor Giuseppe Giannini”.
-Che stupida! Come ho fatto a non pensarci prima: è il famoso medico di Parabiago vissuto tra il 1774 e il 1818. -
-Ma come cavolo fai a conoscere così bene anche le sue date? -le chiedo stupefatto.
-Semplice
sono scritte sul nome della via in cui abito io, che è proprio la via
Giannini e lo vedo tutte le volte che esco di casa. -sorride
semplicemente lei.
-E' vero! - rido di gusto. - A volte basterebbe
così poco per conoscere un minimo di storia della nostra città: sarebbe
sufficiente leggere i cartelli!
Ma perché il contatto col viceré ci ha portati da lui? – domando.
-Ricordo
di aver letto che era così famoso da diventare proprio medico del
viceré Eugenio Beauharnais, quando in Italia era re Napoleone.
-Ah,
caspita! Che personaggio importante era il nostro Giannini. -esclamo
soddisfatto e orgoglioso di tutte le personalità di spicco che hanno
costellato la storia della nostra città.
Poi mi metto a toccare un
po' di roba in giro, ma inavvertitamente urto un flacone. Marta cerca
di afferrarlo al volo e per fortuna ci riesce prima che cada a terra
rompendosi. Io l'aiuto a riporlo nello scaffale al punto giusto; poi
vediamo al suo interno un topo morto immerso in un liquido rosato.
Probabilmente
serve a Giannini per i suoi studi. Purtroppo sull'etichetta c'è il
simbolo del teschio e la scritta: PERICOLO PESTE!
Ci guardiamo negli occhi spaventati: sappiamo già che cosa sta per succederci: il barattolo fa da ponte e finiamo nel vortice.
-Finiamo in un gran brutto pasticcio: vai al paragrafo
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