(tratto da Wikipedia)
Il
fiume
Olona si presenta ancora oggi, sulla base
di ogni tipo di
dato disponibile sulla qualità delle sue
acque, come un fiume
decisamente
inquinato. Anche vista e olfatto ci
suggeriscono che il fiume,
l’apparato
escretore del paesaggio, è gravemente
ammalato. Da diversi decenni esso
non è
più in grado di svolgere le proprie
funzioni di smaltire le piene, di
depurare
e sostenere una comunità biotica
complessa.
Come
il
corpo umano è dotato di un
apparato escretore che permette
l’eliminazione dei prodotti di scarto,
anche il
paesaggio necessita di un apparato con
funzione depurativa; questa
funzione è
svolta dai fiumi che attraversandolo ne
raccolgono gli scarti
provvedono alla
loro degradazione tramite rimescolamento e
conseguente ossigenazione.
Se un cattivo funzionamento dei reni è
causa di notevoli disturbi e sofferenze
per una persona, allo stesso
modo un
cattivo stato di un fiume, l’Olona nel
nostro caso, è un’ulteriore
causa del
cattivo stato di salute del paesaggio.
I
cattivi odori e il
colore scuro delle sue acque, la scarsa
naturalità delle sponde e l’urbanizzazione
delle aree perifluviali sono
solo l’aspetto
più visibile di questo degrado. ll non
espletamento delle sue funzioni
(smaltire
le piene, depurare le acque e sostenere
una comunità biotica complessa)
è invece
il danno più grave.
La recente
ricomparsa dei
pesci, l'accordo quadro Regione-Comuni
denominato Contratto di fiume e
l'istituzione del PLIS
dei Mulini fanno
ben sperare in un miglioramento dello
stato di salute del fiume Olona e del
territorio che lo stesso
attraversa.