Ecomuseo del Paesaggio

 Mappa interattiva della Comunità di Parabiago

In esecuzione:
Biagio Ferrario racconta i mulini



Per approfondimenti



pagine correlate:

- PLIS dei Mulini

- Fiume Olona

- Mulino Montoli

- Mulino Scorssirolo

- Mulino Moroni

- Mulino Starquà

- Mulino del Miglio

- Parco Locale di interesse sovracomunale dei Mulini


bibliografia:

- Piano direttore Fiume Medio Olona;

- "Il Fiume Olona - Le acque la storia i mulini" di Luigi Crivelli



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Mappa: (C) 2007 Patrizio Croci


Mulino Giulini

Il Mulino Giulini si trova a Canegrate, nei pressi della cascina Cascinette. Attivo presumibilmente dal 1600, fu denominato mulino delle Cascinette già Rescalli, Pedretti e Giulini, di proprietà del conte Giuseppe M. Rescalli e del fratello abate Antonio. Nel 1736 risultava in funzione con 4 macine ed era condotto dalla vedova Silvestri e dal figlio Antonio. Nel 1772 la conduzione passa al molinaro Giovanni Prata e riceve il benestare per la sistemazione della soglia. Nel 1785 la proprietà del Mulino delle Cassinette ex Rescalli, viene rivendicata dai conti Prata e dai successori dei Melzi. Questi ultimi richiedono licenza per il cambiamento della soglia. Il mulino di 4 ruote risulta condotto dal molinaro Cozzi e ha bisogno di un restauro. E' da tenere presente che nel 1788 Gaetano Melzi risulta minore sotto tutela di donna Teresa Prata Melzi, che tramite un procuratore ottiene dall'ingegnere d'Olona Besana una relazione sul rinnovo della soglia del mulino. Ciò spiegherebbe il doppio riferimento Prata e Melzi. Nel 1801 viene stilata una nuova relazione sullo stato e sulle riparazioni da farsi. Nel 1810 il Mulino Melzi risulta passato da G. Melzi a Cesare Prata, ma si dice che la struttura viene intestata a G. Pedretti per conto del citato Prata (può trattarsi di una investitura). Nel 1826 con Pietro Prata come molinaro, ex mulino Melzi, viene rifatto ex-novo.
Nel 1875 il mulino passa in proprietà alla contessa Besozzi ved. Giulini, che nel 1882 lo affida al figlio, nobile Giorgio Giulini.
Oggi, l'unica traccia che può ricordare l'attività molitoria è la roggia, che però è asciutta da anni.

(dal libro "Il fiume Olona, le acque, la storia i mulini", Luigi Carnelli)

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