La folla ci costringe ad addossarci alla parete
sulla quale sono ritratti i tre santi. Marta ed io siamo schiacciati
l'una contro l'altro. Incuriosito da quel personaggio di cui ho sentito
parlare cosė tante volte, sfioro la sua veste. Immediatamente veniamo
sballottati in un nuovo luogo.
Fa un freddo pungente, ma non
facciamo in tempo a dircelo che istintivamente abbassiamo la testa al
sibilo di una freccia che ci passa di fianco.
- C'č mancato poco anche questa volta! - sospiro - da dove veniva? -
Marta
č bianca dalla paura e forse inizia a pensare che non sono io a essere
pessimista, ma č proprio tutta quella faccenda che non promette per
niente bene.
Ci guardiamo intorno. Gruppi sparsi di soldati che
parlano una lingua completamente diversa dalla nostra scagliano dardi e
pietre contro lo schieramento avversario, anch'esso diviso in gruppi
sparsi. Li riconosciamo dalle divise cosė differenti fra i due
avversari.
Un portabandiera in lontananza tiene in mano l'asta con
il drappo e su di esso č raffigurato il biscione, simbolo presente
sullo stemma di Milano.
- Guarda, quelle sono sicuramente le forze di Azzone Visconti, signore di Milano. -
- Allora questa la so anche io: siamo nel pieno svolgimento della Battaglia di Parabiago. Č il 1339. - commento soddisfatto.
-
Giā. Allora la prossima volta fai bene attenzione a che cosa tocchi o a
che cosa ti appoggi. Hai visto benissimo che molti oggetti nei quali ci
imbattiamo in questo viaggio nel tempo funzionano da varchi
imprevedibili. - mi sgrida Marta.
- Ma se sono imprevedibili allora che colpa ne ho io? - frigno un po' offeso.
La
nostra conversazione viene bruscamente interrotta dagli urli lontani
del portabandiera milanese -
Gan ciapā el sciur Luchin. Gan ciapā el
sciur Luchin! –
Una voce metallica esce da un uomo gigantesco coperto da un armatura -
Und wer bist du?” 4
-
- La paura ti blocca: vai al paragrafo
12- Scappi a tutta velocitā: vai al paragrafo
11
4 E voi chi siete?