XGLI INSETTI IERI I L'UOMO E L'INSETTO I UN INSETTO UN PAESAGGIO I


L'uomo e l'insetto

Da quando l’uomo è comparso sulla terra ha condiviso parte della sua vita e delle risorse con gli insetti. Alcuni di essi hanno ispirato la nostra evoluzione culturale, tanto da essere presenti nei miti, nell’arte e nell’industria.

L’ordine di insetti che più ha ispirato l’uomo è quello delle farfalle. La farfalla assumeva già tra antichi egizi un profondo significato simbolico: il mutare delle forme dei tre stadi di questi insetti: il bruco vermiforme che si trasforma nell’immobile crisalide che rinasce nella farfalla adulta figurava lo spirito che lascia il corpo del defunto. Una rinascita perché l’anima si invola e resta a terra la spoglia morta. Nella credenza popolare del mondo greco-romano e pi di quello cristiano il significato era simile. In greco antico la farfalla era detta psychè, (greco moderno psykhàri) che significa anima. In latino medioevale la farfalla conosceva la forma “animula” (Beccaria p. 234). E Dante chiamò l’anima “angelica farfalla”. Nei dialetti italiani ricorre questa nominazione in particolare per le farfalle, ma anche per lucciole e libellule adulte (Beccaria p. 235).

La farfalla Macroglossium stellatum, la colombina, nelle nominazioni popolari italiane oltre alla capacità di recare buone notizie (porta nuvela in provincia di Alessandria), aveva poteri divinatori (fortuna a Lucca, Sant’Antonio porta fortuna a Catanzaro).

Le libellule, in particolare nello stato larvale, sono state ritenute in tutta Europa animali diabolici. Dial vèerd nel Pavese, diable in francese dialettale, teufelsbrant “sposa del diavolo” in tedesco dialettale, per fare alcuni esempi. Secondo Beccaria non ha tanto rilevanza la forma di questi insetti. “Là dove diavolo dà il nome ad un animale siamo regolarmente di fronte al riaffiorare di credenze antichissime, a rideterminazioni di credenze che precedono il Cristianesimo, che affondano le radici in tempi assai remoti, quando l’uomo viveva in rapporto di identità perfetta col mondo animale”. (Beccaria pag. 225. 226).



Non mancano anche per le farfalle nominazioni diaboliche che si riallacciano a un’antica credenza nord europea, legata all’economia silvopastorale, secondo la quale la farfalla strega inacidisce il burro e il latte da cui il nome inglese butterfly, letteralmente mosca del burro, ma anche nelle lingue germaniche “strega del latte, mosca del burro, strega del burro”. (Beccaria p. 217).

Il rapporto dei nostri antenati con gli insetti non consiste solo in credenze magiche e leggende diaboliche, ma anche in ispirazione artistica e di gioco.

Per le libellule la tradizione milanese distingue il Gugiun, libellula anisottera, ovvero l’ago e la spuseta (libellula zigottera di minore dimensione ed ad ali ripiegate), che trovano denominazioni analoghe in tutta Europa. La libellula appartiene all’antica e folta schiera degli animali-demoni la cui valenza simbolica e sacrale è stata sapientemente rielaborata dal cristianesimo. In Italia, infatti, la libellula è chiamata ago del diavolo, diavolo verde (dial veerd nel pavese), ma anche con termini positivi, prete, monaca, sposa, sposetta (Beccaria, 1995). La spuseta nel milanese, veniva infilata in un libro di scuola. Nella tradizione popolare francese questa usanza si riteneva portasse fortuna.



GLI INSETTI IERI

IL BACO DA SETA: UN INSETTO UN PAESAGGIO






Diavolo

Una ninfa di libellula ha appena catturato un piccolo pesce.

 


Gugiun

Nel milanese il gugiun era oggetto di un gioco di bambini: per impedirgli di volare il suo lungo addome veniva inserito in un pezzo di paglia.













Aeshna mixta