Ecomuseo del Paesaggio

 Mappa interattiva della Comunità di Parabiago

Per approfondimenti


bibliografia:

- M.Ceriani, "Storia di Parabiago, vicende e sviluppi dalle origini ad oggi", Unione Tipografica, Milano 1948.

- M. Cerini, "Pagine sparse di storia parabiaghese", Tipografia Arcivescovile dell’Addolorata, Varese 1970.

- M. Giudice, P. Sperandio, "Mezzo secolo di storia di Parabiago nelle cartoline d’epoca" (1900-1950), Parabiago 1991.






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Mappa: (C) 2007 Patrizio Croci

La "Torre" di Via
Torre (XVII sec.)

torre cav


Palazzo Castelli o popolarmente chiamato "la Torre" (la Tür), iniziato sul finire del Settecento e mai portato a termine a causa dell'estinzione della famiglia Castelli.
La famiglia Castelli dimorò a Parabiago per pochissimo tempo. Essi erano originari di Menaggio, sul lago di Como, da dove si trasferirono a Milano nei primi decenni del XVI secolo. Il conte Arese Castelli comprò il feudo di Parabiago nel 1658 per il figlio Camillo e fu proprio questo che diede inizio all’incompiuto palazzo che prende il nome di Torre, nella via omonima, presso la chiesetta di San Michele. Questo palazzo sarebbe dovuto essere la dimora parabiaghese della famiglia, ma purtroppo non arrivò mai alla fine, anche quando, tramontati i Castelli, passò per acquisto ai Moriggia, poi per eredità ai Giulini e nel 1860 trasformato in casa operaia dal sindaco Conte Cesare Giulini.

“Fu l'incuria del tempo  le vicende politiche del tempo che fecero mancare a Parabiago una casa signorile che avrebbe gareggiato con sontuosità e bellezza con quelle dei Maggi, dei Moriggia, dei Crivelli e quella di Canegrate, costruita in luogo elevato ed amena posizione qualche decennio più tardi.”

da “Storia di Parabiago”, di M. Ceriani

La sua architettura e la sua mole con le promesse di ulteriori sviluppi eccitò la fantasia dei popolani tardivi, che la credettero erroneamente un vecchio avanzo di castello o forse anche una torre di chissà quale misteriosa costruzione.
Negli anni 50 del ‘900 questo edificio fu luogo di ristoro e abitazione di un artista di grande valore: Salvador de Aulestia, accompagnato dai suoi discepoli. Dopo aver esposto in una galleria e aver ottenuto un grande successo, si stabilisce in Italia, anche perché in Spagna si scatena la violenza della dittatura Franchista e non era consigliabile per gli intellettuali tornare in patria. Così per quattro anni egli stabilisce il suo studio e la sua abitazione nella torre, accompagnato da suo figlio Oswald, che diventerà anche lui, in seguito, un artista di successo. Ancora oggi nell’edificio vi è lo studio di un pittore, l’arch. Roberto dell’Acqua, il quale ha restaurato l’edificio e, oltre il suo studio, vi ha impiantato una associazione culturale.