Per approfondimenti
bibliografia:
- M.Ceriani, "Storia di Parabiago,
vicende e sviluppi dalle origini ad oggi", Unione
Tipografica, Milano 1948.
- M. Cerini,
"Pagine sparse di storia parabiaghese", Tipografia Arcivescovile
dell’Addolorata, Varese 1970.
- M.
Giudice, P. Sperandio, "Mezzo secolo di storia di Parabiago nelle
cartoline
d’epoca" (1900-1950), Parabiago 1991.
|
La "Torre"
di Via
Torre (XVII sec.)

Palazzo
Castelli o popolarmente chiamato "la Torre" (la Tür),
iniziato sul finire del Settecento e mai portato a termine a causa
dell'estinzione della famiglia Castelli.
La famiglia Castelli dimorò a Parabiago per
pochissimo tempo. Essi erano originari di Menaggio, sul lago di Como,
da dove
si trasferirono a Milano nei primi decenni del XVI secolo. Il conte
Arese
Castelli comprò il feudo di Parabiago nel 1658 per il figlio Camillo e
fu
proprio questo che diede inizio all’incompiuto palazzo che prende il
nome di
Torre, nella via omonima, presso la chiesetta di San Michele. Questo
palazzo
sarebbe dovuto essere la dimora parabiaghese della famiglia, ma
purtroppo non
arrivò mai alla fine, anche quando, tramontati i Castelli, passò per
acquisto
ai Moriggia, poi per eredità ai Giulini e nel 1860 trasformato in casa
operaia
dal sindaco Conte Cesare Giulini.
“Fu l'incuria del
tempo le vicende politiche del tempo che fecero
mancare a Parabiago una casa
signorile che avrebbe gareggiato con sontuosità e bellezza con quelle
dei
Maggi, dei Moriggia, dei Crivelli e quella di Canegrate, costruita in
luogo
elevato ed amena posizione qualche decennio più tardi.”
da
“Storia di
Parabiago”, di M. Ceriani
La sua architettura e
la sua mole con le
promesse di ulteriori sviluppi eccitò la fantasia dei popolani tardivi,
che la
credettero erroneamente un vecchio avanzo di castello o forse anche una
torre
di chissà quale misteriosa costruzione.
Negli anni 50 del ‘900 questo edificio fu
luogo di ristoro e abitazione di un artista di grande valore: Salvador
de
Aulestia, accompagnato dai suoi discepoli. Dopo aver esposto in una
galleria e
aver ottenuto un grande successo, si stabilisce in Italia, anche perché
in
Spagna si scatena la violenza della dittatura Franchista e non era
consigliabile per gli intellettuali tornare in patria. Così per quattro
anni
egli stabilisce il suo studio e la sua abitazione nella torre,
accompagnato da
suo figlio Oswald, che diventerà anche lui, in seguito, un artista di
successo. Ancora
oggi nell’edificio
vi è lo studio di un pittore, l’arch. Roberto dell’Acqua, il quale ha
restaurato l’edificio e, oltre il suo studio, vi ha impiantato una
associazione
culturale.
|