Descrizione
Questa
chiesetta viene enumerata dallo storico Mons. Ambrogio Palestra fra quelle campestre di origine longobarda
dedicata a S. Salvatore. La ritroviamo
pure citata, alla fine del secolo XIII, da Goffredo da Bussero nel
cosidetto “Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani: Mazenta loci Castellazzi
ecclesia Sancti Salvatoris”
Nel
1581 il Cardinale Carlo Borromeo in visita pastorale a Magenta (Castellazzo
faceva parte della Parrocchia di Magenta) visitò l’Oratorio di Castellazzo e ne
ordinò il restauro e l’ampliamento.
Dopo la morte di S. Carlo, avvenuta nel 1584,
l’Oratorio venne, successivamente a Lui dedicato.
Nel 1623 l’Arcivescovo di Milano
Federico Borromeo donò ed autorizzò il nobile Carlo De’ Barzi, feudatario, ad
esporre nei giorni festivi, quale reliquia il berretto di San Carlo nella
chiesetta di Castellazzo di proprietà De’ Barzi.
Nella visita pastorale del 1760
il Card. Giuseppe Pozzobonelli ordinò la manutenzione dell’Oratorio e
constatando che in paese c’erano parecchi anziani ed infermi autorizzò la
custodia dell’olio pro infirmo.
Il 25 novembre 1875 il parroco di Magenta Don Carlo Giardini e il
Parroco di Robecco Don Cesare Rovati, con i rappresentanti delle relative
fabbricerie, stipularono l’accordo di
passaggio della Comunità di Castellazzo dalla Parrocchia di Magenta a quella di Robecco.
L’Oratorio di San Carlo fu visitato più volte dal Beato Card. Andrea
Ferrari e dal Beato Card. Ildefonso
Schuster. Interessante è quanto scrive il Card. Schuster nel suo “odoporicon”:
“ Appartiene a Robecco anche la frazione di Castellazzo dove c’è l’antica chiesa di San Carlo con protiro interessante e sostenuto da due
colonne marmoree. Vi è un antico quadro della Beata Verine col Bambino e ai
lati San Carlo, San Isidoro e San Gerolamo. L’attiguo palazzo già degli
Arconati, fu pure luogo di villeggiatura
del Collegio Longoni di Milano. Durante quel tempo , ospitò anche Alessandro
Manzoni alunno del collegio medesimo”.
L’Oratorio venne completamente
restaurato nel 1943 in occasione dell’ingresso del nuovo parroco Don Ottavio
Sironi.
Nel 1955 con la costruzione della
nuova chiesa, l’Oratorio venne abbandonato
e adibito ad usi profani.
Nel 1985 l’Amministrazione Comunale intervenne
salvandolo dal degrado, rifacendo il tetto, restaurando il Campanile e i muri.