Descrizione


Un bosco in città: da area agricola ad oasi di biodiversità.

Tra i primi esempi di bosco urbano in Italia e tra le prime aree protette della Lombardia, il Parco Bosco Comunale di Legnano (o Bosco di Legnano o Parco Castello) fu realizzato negli anni ’70 su aree agricole storicamente coltivate a marcita che facevano parte dei possedimenti legati al castello visconteo. Realizzato sulla base del progetto del noto studio milanese di architettura BBPR, dal 2008 è la porta nord di accesso al Parco dei Mulini, fruibile come parco urbano ma anche oasi di biodiversità, ospitante numerose specie faunistiche e vegetali.

Il Parco Bosco Comunale di Legnano (o Bosco di Legnano o Parco Castello) occupa aree prima coltivate a marcita e solcate da rogge, facenti parte dei possedimenti della famiglia Cornaggia Medici legati al vicino castello visconteo, acquisiti dal Comune negli anni ’60 per la creazione di un grande parco comunale.

Progettato quale bosco urbano nel 1972 dallo studio di architettura milanese BBPR (Banfi Belgioioso Peressutti e Rogers), vide l’inserimento di diverse funzioni, di nuove specie arboree e la realizzazione di un sistema di viali a maglia esagonale, utilizzabili anche per lo sport, con l’obiettivo di donare ai cittadini “un verde selezionato per allenare il fisico e la mente”. L’area, inizialmente di circa 25 ettari, prima comprendeva anche l’attuale piazza mercato e l'isola del castello, estendendosi fino alla chiesa di S. Maria delle Grazie. Il progetto originale, in stretta relazione con il castello ed il mulino, ove erano previste funzioni culturali e sociali nel primo e di ristorazione nel secondo, prevedeva anche l’esposizione di opere d’arte o di mostre artigianali in specifiche radure, nonché una grande voliera come attrazione per i più piccoli, non realizzata.

Dal 1976 Parco Bosco Comunale di Legnano, nel 1983 diventa il primo Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Regione Lombardia. Dal 2008 l’area fa parte del Parco dei Mulini, di cui costituisce la porta nord di accesso, importante nodo della rete ecologica per la presenza del fiume Olona che scorre al suo fianco.

Nel periodo della sua costituzione i rimboschimenti non si basavano su criteri specifici di salvaguardia del paesaggio locale e dunque l'area protetta annovera numerose conifere non della zona. Sono però presenti anche numerose piante autoctone, tra cui aceri, ontani e salici, incrementate recentemente con interventi di riqualificazione ambientale che hanno visto l’introduzione di ulteriori specie. Un filare di pioppi lungo una roggia e la presenza di alcuni esemplari di gelso testimoniano l’antico paesaggio agricolo della Valle Olona.

Nel 1981 è stata creata al suo interno una piccola zona umida, ampliata negli anni fino a oltre mezzo ettaro di superficie, alimentata da acque di falda, che fornisce un ambiente favorevole alla vita di pesci e uccelli acquatici, tra cui martin pescatore, germano reale, volpoca, oca selvatica, airone, gallinella d’acqua, oltre a numerose specie ittiche. Diffusa la presenza di tartarughe e scoiattoli, purtroppo afferenti a specie alloctone invasive.


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