Descrizione
La
chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria fu edificata
dopo la
battaglia di Parabiago del 1339 per volere della vittoriosa città di
Milano
comandatra da Luchino e Azzone Visconti.
Nel
1645 la chiesa venne affidata ai Padri
cistercensi di Lombardia. Nel 1913 la chiesa di
Sant’Ambrogio della Vittoria fu dichiarata Monumento Nazionale.
La
chiesa, dopo la primitiva
edificazione, subisce continui ammodernamenti fino a quando, nel 1606,
la città
di Milano incarica l’architetto Alessandro Bisnati di visitare il
complesso e
proporre una nuova soluzione per l’edificio, le cui forme
gotiche
apparivano ai più desuete e poco funzionali. Il
grande progetto proposto avrebbe tuttavia comportato una spesa
eccessiva per la
comunità di Milano, e difatti, ancora nel 1620, anno della morte
dell’architetto,
i lavori non sono nemmeno iniziati.
Nel
frattempo un grande
cambiamento sconvolge il convento di Parabiago: nel 1645 l’Ordine di
Sant’Ambrogio ad Nemus, i cui padri erano da secoli stanziati nel
convento,
viene sciolto per ordine stesso del Papa. Nel 1647 la proprietà passa
nelle
mani della Congregazione dei Cistercensi di Lombardia, i quali
provvedono
direttamente alle spese necessarie per il mantenimento della chiesa e
del
convento senza più richiedere l’intervento della città di Milano.
Finalmente,
nel 1696, il convento viene eletto abbazia dell’Ordine.
Percorriamo
il giardino del monastero verso la chiesa;
gli edifici alla nostra sinistra oggi sono sede di una comunità
protetta per
malati psichici, alla nostra destra vi è il fabbricato dell’abbazia
cistercense
che ora è sede dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Il
convento è
stato realizzato in sei anni dal 1699 al 1706 dai monaci cistercensi ed
era
dotato di una importante biblioteca. Entriamo dal portone principale,
quello
con il cartello ARPA. Sulla sinistra sopra l’ascensore, possiamo notare
la
lapide che i padri cistercensi vollero posizionare per ricordare la
visita
della regina Elisabetta Cristina di
Brunswick,
nel 1708, in viaggio per sposare il futuro consorte Carlo III re di
Spagna. Il
priore, padre Rainoldi, spese ingenti somme di denaro per accogliere
con sfarzo
la regina e in cambio della sontuosa ospitalità dei monaci, la regina
concesse
ai monaci che una diramazione del Riale portasse acqua per irrigare
l’orto
dell’abbazia e alimentare la vasca dei pesci.
Percorriamo
il corridoio
sulla sinistra e superata una porta a vetri ammiriamo lo scalone
monumentale
che esprime in modo potremmo dire “imperiale” il potere dell’ordine
cistercense, all'apogeo della sua potenza. Costruito tra il 1700 e il
1702, lo
scalone è composto da due rampe con balaustra “traforata” in pietra con
motivi
ispirati alla natura di fiori che sbocciano. La completano quattro
statue di
cavalieri a grandezza d'uomo che richiamano cortei regali. La sua
importanza consiste
nel costituire il prototipo degli scaloni monumentali settecenteschi,
ormai
rari nel milanese. Alla parete un quadro di autore ignoto che raffigura
S.
Carlo che pone la prima pietra ad una chiesa milanese.