Descrizione
Possiamo osservare le pareti nelle quali si aprono due cappelle per lato, altissime, affiancate entrambe da lesene con capitelli elaborati. Nel centro della parete invece ci sono due balconate, in una delle quali è contenuto l’organo. Balconate e balaustre degli altari laterali, contribuiscono notevolmente a conferire alle pareti quella sinuosità determinata da un successivo allargarsi dello spazio nelle cappelle e restringersi al centro dell’aula. Alziamo ora lo sguardo ed osserviamo i dodici medaglioni affrescati con angeli con cartigli di lode alla Vergine dipinti nel 1712 da Formentini. I primi che vediamo sono quasi tutti a tema floreale. Nella cappella a destra è posto il Battesimo di Gesù di Giovan Battista Sassi, mentre nella cappella a Sinistra il miracolo di S.Mauro, un monaco benedettino del VI secolo: raffigura il santo che resuscita un muratore caduto da un’impalcatura.
Proseguendo possiamo ammirare meglio
L’ORGANO E GLI INTAGLI LIGNEI DEL BOSSI
L’organo del 1716 fu fabbricato dalla "Fabbrica Organista Reina" di Como, mentre gli intarsi sono attribuiti a Carlo Bossi. Si noti l'aquila tedesca che richiama uno stile imperiale dell'epoca dominata dagli austriaci. Organo e cantoria formano un tutt'uno di rara bellezza.
poco più avanti
sulla vostra sinistra possiamo notare la Sacra Famiglia dipinto del 1716 di Giovan Battista Sassi rinomato artista dell’epoca. Notate la grazia del vestito e del viso della Madonna.
poco più avanti vediamo i 2 dipinti di S. Ambrogio e Teodosio
Nella cappella a sn. Sant'Ambrogio si riconcilia con Teodosio dipinto di Pietro da Pietra del 1711-13. Notiamo la presenza del cistercense S. Bernardo. Appena più avanti Sant'Ambrogio che respinge Teodosio, colpevole di aver fatto strage dei tessalonicesi è opera di Formentini del 1712
Dall’aula
della chiesa ci si
introduce nell’ampio Sacrario attraverso una balaustra il cui movimento
ondoso
ben si armonizza con quello degli altari laterali. Il sacrario è
amplissimo. Lo
sovrasta una bassa cupola. Un ambiente di una vastità quasi smisurata,
degno
palcoscenico per le funzioni religiose dei monaci che essendo numerosi
e usando
metodi di predicazione che a volte mimavano le scritture per farle
meglio
comprendere ai fedeli, avevano bisogno di molto spazio.
Al centro dell’altare è posto il tabernacolo. Questa posizione, che vuole indicare la centralità del corpo di Cristo presente nell’Eucaristia viene scelta solitamente dopo il Concilio di Trento (metà del XVI sec.). Sulla parete laterale sinistra del presbiterio è presente La battaglia di Parabiago del 1712 di Formentini. Il Santo patrono appare su un cavallo e con il flagello in mano e cambia le sorti della battaglia che si metteva male per i milanesi di Luchino Visconti legato ad un albero.
Dietro
l’altare una scultura
di S. Ambrogio con flagello e libro della bibbia simbolo del potere
spirituale
proviene dalla prima chiesa. L'iconografia di S. Ambrogio flagellante
risale ad
almeno due secoli prima della battaglia di Parabiago. E' il simbolo
della lotta
ad ogni nemico della fede. Questa iconografia è stata vietata nel 500
da S.
Carlo in quanto ritenuta sconveniente ad un santo come Ambrogio.
Le
processioni, o anche
semplicemente i frati nelle loro funzioni, si portavano ai loro seggi
nel coro
senza uscire dal convento attraverso un percorso contiguo alla chiesa
che,
piegando a gomito, li introduceva direttamente nella parte retrostante
all’altare.
Audioguida
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