Descrizione
Il fiume Olona si presenta ancora oggi, sulla base di ogni
tipo di dato disponibile sulla qualità delle sue acque, come un fiume
decisamente inquinato. Anche vista e olfatto ci suggeriscono che il fiume,
l’apparato escretore del paesaggio, è gravemente ammalato. Da diversi decenni
esso non è più in grado di svolgere le proprie funzioni di smaltire le piene,
di depurare e sostenere una comunità biotica complessa.
Come il corpo umano è dotato di un apparato escretore che
permetta l’eliminazione dei prodotti di scarto, anche il paesaggio necessita di
un apparato con funzione depurativa; questa funzione è svolta dai fiumi che
attraversandolo ne raccolgono gli scarti provvedono alla loro degradazione
tramite rimescolamento e conseguente ossigenazione.
Se un cattivo funzionamento dei reni è causa di notevoli disturbi e sofferenze
per una persona, allo stesso modo un cattivo stato di un fiume, l’Olona nel
nostro caso, è un’ulteriore causa del cattivo stato di salute del paesaggio.
I cattivi odori e il colore scuro delle sue acque, la
scarsa naturalità delle sponde e l’urbanizzazione delle aree perifluviali sono
solo l’aspetto più visibile di questo degrado. ll non espletamento delle sue
funzioni (smaltire le piene, depurare le acque e sostenere una comunità biotica
complessa) è invece il danno più grave.
La recente ricomparsa dei pesci, l'accordo quadro
Regione-Comuni denominato Contratto di fiume e l'istituzione del PLIS dei
Mulini fanno ben sperare in un miglioramento dello stato di salute
del fiume Olona e del territorio che lo stesso attraversa.