Descrizione
Campione del mondo 1982
Giuseppe Saronni nato a Novara il 22 settembre 1957, piemontese solo di nascita, crebbe a Parabiago alle porte di Milano. Approda al ciclismo giovanissimo passando per la pista dove impara abilità, perizia e furbizia.
Da junior arriva al titolo europeo della
velocità e da dilettante viene selezionato per l'Olimpiade di Montreal nel 1976
dove è ottavo nella prova ad inseguimento con Callari. "Fanciullo
prodigio" nelle categorie minori (127 affermazioni) viene autorizzato al
passaggio di categoria a 19 anni e mezzo: professionista dal 1977, veste la
casacca bianconera della Scic e dimostra subito di avere i numeri. Il gran
salto avviene il 23 febbraio dello stesso anno, al Trofeo Laigueglia, gara di
inizio stagione. È secondo davanti al campione del mondo Freddy Maertens.
Anche in pista mostra le sue attitudini pur non
concedendo troppo spazio a una specialità che non lo attirava più di tanto. Due
suoi fratelli hanno svolto al suo fianco, nelle sue squadre, attività tra i
professionisti: Antonio (campione italiano di ciclocross nel '79, '80 e '83) e
Alberto.
Nel 1979 è maglia rosa a Milano. Ha solo 21
anni e 8 mesi, l'arrivo è all'Arena nel gran tempio dell'atletica leggera; la
corsa viene decisa nella cronoscalata di San Marino dove Beppe vince indossando
la maglia rosa che non molla più agli avversari, risultando uno dei vincitori
più giovani della storia del Giro.
Faccia da eterno bambino, è stato l'anti Moser
per eccellenza, l'altra faccia del ciclismo. Bisognava schierarsi, o si tifava
l'uno o l'altro: Moser era il carattere e la polemica; Saronni, spesso la
furbizia di aspettare una volata per infilare gli avversari.
Il corridore lombardo ha uno dei palmarès più
ricchi, sia per la quantità sia per la qualità delle affermazioni. Talento
naturale di rarissimo pregio, toccò i massimi livelli di rendimento nei 14 mesi
che andarono dal febbraio '82 al giugno '83: vinse un secondo Giro nel 1983,
dopo che nell'autunno del 1982 aveva trionfato al Campionato del Mondo di Goodwood,
in Gran Bretagna, battendo in una volata fenomenale l'americano Greg LeMond.
Quel famoso sprint, passato agli annali come la "Fucilata di
Goodwood", resta uno dei gesti sportivi più sbalorditivi e fantastici di
tutti i tempi.
Da notare nella bacheca di Giuseppe Saronni la
mancanza di un trionfo al Tour de France, dove non corse mai tranne una volta a
fine carriera, quando decise di prendere parte alle prime tappe per provare
l'aria della grand boucle prima di ritirarsi.
Verso la metà degli anni ottanta la sua forma
declinò precocemente. Abbandonò le corse nel 1991, divenendo team manager della
Lampre-Caffita, con la quale ha vinto due Giri d'Italia: nel 1996 e nel 2001;
Saronni resta a tutt'oggi nell'ambiente e molti appassionati lo ritengono
l'unico passista-velocista della storia del ciclismo ad aver vinto una grande
corsa a tappe.
Ha indossato 49 volte la maglia rosa e ha
sempre gareggiato sulle biciclette di Ernesto Colnago formando con il
costruttore lombardo una coppia affiatata che ha conosciuto solo pochi momenti
di crisi.