Il cavallo sul quale montiamo in sella è bellissimo, sembra un autentico purosangue.
Io
non sono capace di condurlo, ma Marta ha fatto qualche lezione
d'equitazione d'estate e vorrebbe prendere “le redini” della
situazione, ma improvvisamente veniamo risucchiati dal solito vortice
spazio-temporale che ci porta altrove.
La prima cosa che avvertiamo è un gran frastuono di versi di animali col sottofondo di un'allegra musichetta da bambini.
Il
nostro cavallo non sta affatto trottando, ma sembra quasi che vada al
galoppo saltando continuamente ostacoli. All'inizio non capiamo bene la
nuova situazione, poi improvvisamente tutto ci è chiaro e ...
diventiamo rossi per la vergogna!
Il contatto col cavallo ci ha
infatti proiettato su una giostrina con i cavallini colorati che vanno
su e giù al ritmo di una musichetta infantile. Intorno a noi altri
bambini si divertono sui loro animali finti e ci guardano come se ci
prendessero in giro. Forse stanno pensando che Marta e io siamo troppo
grandi per una giostra di quel genere.
Scendiamo più in fretta che
possiamo, prima ancora che finisca il giro e quasi quasi facciamo un
capitombolo perché abbandoniamo la giostra in movimento, facendo ridere
tutti.
Da ciò che vediamo intorno a noi si capisce chiaramente
come la città sia proprio attaccata ai campi. Ci sono, infatti, diverse
cascine molto vicine al centro abitato che si distende in direzione
della piazza della chiesa e giù verso l'Olona, il cui argine rialzato
riconosciamo a distanza.
-
Henn giamò tirà via l'acqua al Vilurés? 5
– chiede una persona al contadino che ha portato lì il proprio bestiame
e i propri prodotti per la vendita pubblica.
-
Non anmò. E sperèm ca specian un poo ancamò parché a
vurevu daghi anmò una bagnàda al me giarden par fa vignì sù di bei verzi e famm
cusinà ‘na bèla cassoeura da la mé dòna.
6
- risponde l'altro serio, pregustandosi la tradizionale
ricetta paesana.
Hanno già tolto l'acqua al Villoresi?
Non
ancora. E speriamo che aspettino ancora un po' perché volevo dare
ancora una bagnata al mio orto per fare venire su delle belle verze che
ho voglia farmi cucinare dalla mia donna una bella cazzuola.
-
Mi a preferisi i pesiti dul Tisìn ca vegnan giò dal
Vilures!, ma fin a quandu a tiran via l'acqua a sa riess minga a tirai su da la
fòppa cunt i redi! 7
- si lamenta l'altro.
-
Fèmm inscì: quand fo la casora ta disu da vignì chi.
Quand ta fé i pesiti vegnu lì mì. Va ben, Pepìn? 8
-
propone il primo ridendo.
-
Va ben. E quel'òl al porta ul vin rus. 9
- conclude il Giuseppe, ridendo di gusto a sua volta.
-Sai Marta, credo che questa sia proprio la Fiera di San Michele. Vedi quante bancarelle col bestiame? E quanta gente?
-Hai
ragione Matteo. E forse è più bella e caratteristica in questo tempo
che nel nostro. - risponde lei – ma in che anno saremo?
-Non posso crederci. Una volta tanto non sai una data? Meglio. Così lo scopriamo insieme.
- Credi di essere all'inizio del XX secolo: vai al paragrafo
16- Credi di essere all'inizio del XIX secolo: vai al paragrafo
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5 Hanno già tolto l'acqua al Villoresi?
6 Non ancora, E speriamo che aspettino ancora un pò perchè volevo
dare ancora una bagnata al mio orto per fare venire su delle belle verze che ho
voglia farmi cucinare dalla mia donna una bella cazzuola.
7 Io preferisco i pesciolini del Ticino che vengono giù nel
Villoresi, ma fino a quando non tolgono l'acqua non si riescono a catturare con
i retini nelle pozze che rimangono. Peccato!
8 Facciamo così: quando da me c'è cazzuola ti invito io. Quando da
te ci sono i pesciolini mi inviti tu. Va bene Giuseppe?
9 E l'altro porta il vino rosso