la scuola fantastica
0.1
Ecomuseo di Parabiago
Scritto con Libro Game Creator 2.0.3 (build 3)
3
L'ERA GLACIALE

Ci precipitiamo verso un passaggio sull'Olona in cui l'acqua sembra più bassa.
- Ci bagneremo tutti! - protesto io
- Tanto abbiamo già le scarpe fradice. - mi fa notare lei trascinandomi per la mano.
Il rombo degli zoccoli sul terreno e la terra che gli animali selvatici sollevano mentre galoppano sono davvero spaventosi ed allo stesso tempo rappresentano uno spettacolo naturale sorprendente.
Alcune pietre affiorano dal pelo dell'acqua e cerchiamo di servircene per guadare il fiume. Purtroppo scivoliamo su un grosso masso coperto di alghe e cadiamo in acqua, bagnandoci i vestiti.
Poco prima della riva scopriamo un punto molto più profondo, dove la corrente crea un mulinello, che trattiene Marta. Fortunatamente sa stare a galla da sola, ma la forza del fiume in quel punto le impedisce di venirne fuori.
- Aiutami Matteo, non startene lì impalato! - mi urla lei.
Senza pensarci su afferro la prima cosa che mi capita tra le mani e gliela porgo. La mia amica esce inzuppata e mi getta le braccia al collo.
- Oh che brutto momento ho passato! Meno male che c'eri tu. - mi ringrazia.
Poi lo sguardo di entrambi cade su quell'oggetto che stringiamo ancora insieme in mano e che credevamo fosse un legno. In realtà è un lungo e grosso osso di animale, sembra una costola. Paralizzata per la sorpresa, lei riesce solamente ad ipotizzare:
- Una grossa costola di mammut! -
Poi ci sentiamo trascinati di nuovo nello stesso vortice che abbiamo sperimentato a scuola. In men che non si dica ci ritroviamo in quello stesso posto, ma ora è diverso: è completamente bianco. Tutto intorno è ghiacciato e sta nevicando abbondantemente. Anche il fiume è coperto da una lastra di ghiaccio e l'acqua non scorre più.
- Un altro oggetto straordinario che ci ha portato ancora più indietro nel tempo. - intuisco immediatamente.
- Purtroppo hai ragione - conferma lei - siamo in pieno periodo glaciale. Le glaciazioni furono parecchie ed arrivarono anche nella pianura padana.
La situazione è davvero tragica. Abbiamo i vestiti completamente bagnati che ci si ghiacciano addosso, bloccandoci come una fredda gabbia.
- Forse abbiamo scelto la strada sbagliata. - sono le poche parole che riesco ancora a pronunciare, prima di sentire il gelido torpore che mi immobilizza.
Guardo gli occhi di Marta. Lei mi fissa come per scusarsi di avermi proposto di attraversare il fiume. Ma la rincuoro con una battuta di spirito.
- Speriamo che qualche parabiaghese del futuro ci trovi qui ibernati e intatti nel futuro, così ci potremo risvegliare. -
Poi non sentiamo più nulla: il freddo si impossessa di noi.

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