Descrizione

 

La chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria è costruita in laterizio, ma l’interno presenta una compagine estremamente varia di materiali e tecniche utilizzati per crescere il decoro dell’edificio.

Lo stucco è un amalgama di calce, polvere di marmo, sabbia lavata e colla di caseina, la cui plasticità e finezza d’impasto ne ha fatto uno dei materiali favoriti nella realizzazione di decori raffinati quali volute, cartigli, cornici, fino a vere e proprie statue sostenute da anime di fili metallici.

All’interno della chiesa allo stucco si alterna la presenza di raffinati e sapienti intagli in legno, come quelli presenti sotto la cantoria e sotto l’organo, a loro volta ricoperti di vernici colorate ma trasparenti volte a far risaltare la levatura tecnica della lavorazione.

Le balaustre di marmo presenti all’entrata delle cappelle laterali, e soprattutto quella che segna l’accesso al presbiterio, sono pregevoli esempi dell’arte dei maestri scalpellini, nonché della volontà dei monaci di utilizzare una gran quantità di materiali pregiati come il marmo per sottolineare la loro potenza economica. Al contrario, le colonne interne della chiesa sono realizzate in intonaco ad imitazione del marmo, tecnica che nel XVIII secolo giunge ad una qualità insuperata, a testimonianza della grande perizia dei maestri decoratori. Ecco quindi che la presenza di finto marmo non si qualifica tanto come mancanza di fondi necessari al reperimento del materiale originale, quanto come adesione piena ad un gusto che trovava motivo di ammirazione nell’inganno dell’occhio.

Infine è da sottolineare la presenza degli altari in scaiola, una varietà di gesso naturale cotta ad alte temperature, macinata e setacciata fino all’ottenimento di una pasta  modellabile. Suddivisa e colorata in varie tinte, la pasta permetteva una perfetta imitazione degli intarsi di marmo utilizzando solo materiali poveri. Data la grande difficoltà della lavorazione necessaria, la scaiola ricavava da questa caratteristica la propria preziosità.


 

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