Descrizione


La battaglia di Parabiago è stata combattuta nelle campagne parabiaghesi, tra le truppe milanesi di Azzone Visconti, guidate dallo zio Luchino, contro la Compagnia di San Giorgio dell'altro zio Lodrisio, pretendente Signore di Milano. Tutto cominciò nel 1327, con la morte del Signore di Milano Galeazzo I Visconti, che lasciò come unico erede il figlio Azzone, il quale, in opposizione al pontefice, comprò il titolo di Vicario di Milano dall'Imperatore di Germania Lodovico il Bavaro. Nel 1332 al governo del nuovo Vicario, si associarono gli zii Luchino e Giovanni Visconti Arcivescovo, in una sorta di triumvirato. L'altro zio Lodrisio, rimastone fuori, inscenò invano una serie di congiure, per spodestare i tre, costituì un'armata chiamata Compagnia di San Giorgio e cominciò a muovere le sue truppe, scontrandosi con l'esercito ambrosiano. Lodrisio decise di cogliere di sorpresa i nemici, entrò segretamente in Parabiago da tre vie: da Canegrate, dal Sempione e lungo l'Olona. La battaglia infuriò. Al clou della battaglia Sant'Ambrogio apparve sul campo di battaglia in ascolto alle preghiere del "Vicario Imperiale" Azzone. Cominciò a formarsi in cielo un nuvolone bianco, dal quale spuntò a cavallo il Patrono di Milano che, vestito di bianco ed arrabbiato cominciò a frustare i soldati di Lodrisio, così i milanesi incoraggiati da tale miracolo, si avventarono sui nemici ed ebbero la meglio. Lodrisio venne poi catturato nelle campagne e su ordine di Azzone fu rinchiuso nelle prigioni di San Colombano al Lambro. La leggendaria apparizione aveva posto fine alla Battaglia di Parabiago, e fu così eclatante che per secoli, nelle cronache milanesi e lombarde, oscurò la Battaglia di Legnano.

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