Le autorità ecclesiastiche |
In esecuzione:
melodia delle campane della chiesa S.Gervaso e Protaso per annunciare l'arrivo del mezzogiorno.
![]() L'architettura religiosa ha forti analogie con la foresta Francesco (…) sì lo pregò che gli facesse fare una celluzza povera a piede d’uno faggio bellissimo, (…), però che quello gli parea luogo molto divoto e atto alla orazione. Anonimo, Della seconda considerazione delle sacre sante istimate (XIV sec.). Già nella mia patria ho amato gli alberi. Quando li si guarda essi cominciano in un certo modo a parlare. (…) Perciò gli uomini fin dai tempi antichi hanno preso l'immagine dell'albero per riflettere sulle domande principali della vita. Papa Giovanni Paolo II (2000) |
La più antica testimonianza epigrafica
della presenza cristiana a Parabiago e dintorni è il Sarcofago di
Basiliana, rinvenuto a San Lorenzo di Parabiago e risalente al
secolo V
d.C. (quindi
coevo con la famosa Patera di Parabiago). E’ di questo periodo anche la
fondazione delle prime pievi rurali, attorno alle quali cominciano ad
organizzarsi intere comunità. Il processo di cristianizzazione fu
capillare, ma
molto lento: si trattò di riappropiarsi degli elementi del paganesimo,
per poi
rielaborarli alla luce del messaggio cristiano. Nel
XII secolo la Pieve di Parabiago
contava 26 chiese e 10 comunità (Parabiago, Arluno, Canegrate,
Casorezzo, Cerro
Maggiore, Cantalupo, San Vittore Olona, Uboldo, Legnano, Legnarello). Nel convento di S. Ambrogio della Vittoria, per molti secoli furono stanziati i padri dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus la cui comunità dal 1645, venne sciolta per ordine dello stesso Papa. Nel 1647 la proprietà passa nelle mani della Congregazione dei Cistercensi di Lombardia, i quali provvedono direttamente alle spese necessarie per il mantenimento della chiesa e del convento senza più richiedere l’intervento della città di Milano. I Cistercensi sono stati fondati in Francia nel 1098 da S. Roberto come movimento riformatore che si ispirava all’attuazione stretta della regola di S. Benedetto che aveva per motto “Ora et Labora”, ossia prega e lavora. I Monaci si dedicarono in
particolare ai lavori della terra,
al suo miglioramento, bonifica e irrigazione. I Monaci cistercensi di
Parabiago
erano di osservanza “comune” cioè quella di minore austerità. Vestivano
una
tunica bianca con cappuccio e “pazienza” nera e cintura di cordone.
Nelle
funzioni religiose erano avvolti in un mantello bianco. Nel ‘700
l’abbazia cistercense
di S. Ambrogio della Vittoria era il maggior proprietario terriero
della
comunità di Parabiago, ancor più dei nobili del tempo. Quando l’abbazia
di
Parabiago venne confiscata c’erano 13 tra monaci e conversi. Tutti i
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