Libero Ferrario
Campione
del mondo 1923
Libero
Ferrario nato il 24 giugno 1901, grande
appassionato di sport durante l'infanzia e l'adolescenza, veniva
ricordato dai concittadini come un giovane aitante. Si narrano alcune
imprese semi-leggendarie su di lui, come quando ancora diciassettenne
riuscì a domare a mani nude un bue inferocito che creò panico per le
viuzze del paese natio, Parabiago.
Si appassionò successivamente al ciclismo e durante il servizio di leva
(1919/1920), vinse a Milano il Campionato di Ciclismo Militare;
le prime importanti vittorie furono due edizioni della legnanese Coppa
Bernocchi (1922 e 1923).
Nel
1923, partecipò e vinse a Zurigo, a "bordo" di una "Gloria",
il primo Campionato del Mondo di Ciclismo su Strada, per la categoria
Dilettanti, dato che la categoria Professionisti fu creata
successivamente. Lo stesso anno corse a Parigi per le Olimpiadi,
classificandosi 4° e in agosto vinse la Tre Valli Varesine.
Infine
nel 1925, vinse un'altra Coppa Bernocchi, purtroppo però dopo aver
tagliato il traguardo, cadde, si fratturò la clavicola ed una scheggia
gli danneggiò il polmone.
Il
malanno gli causò la morte nel 1930, all'età di 29 anni non ancora
compiuti.
A
Parabiago viene ancora affettuosamente ricordato: lo stadio comunale
porta il suo nome; nel cimitero sulla sua tomba vi è una scultura
bronzea che ritrae il suo busto; per le vie della
Città ogni anno si corre una gara Memorial e vi è
un traguardo volante della Coppa Bernocchi.
Giuseppe
Saronni
Campione del mondo 1982
Giuseppe
Saronni nato a Novara il 22 settembre 1957, piemontese
solo di nascita, crebbe a Parabiago alle porte di Milano. Approda al
ciclismo giovanissimo passando per la pista dove impara abilità,
perizia e furbizia.
Da
junior arriva al titolo europeo della velocità e da dilettante viene
selezionato per l'Olimpiade di Montreal nel 1976 dove è ottavo nella
prova ad inseguimento con Callari. "Fanciullo prodigio" nelle categorie
minori (127 affermazioni) viene autorizzato al passaggio di categoria a
19 anni e mezzo: professionista dal 1977, veste la casacca bianconera
della Scic e dimostra subito di avere i numeri. Il gran salto avviene
il 23 febbraio dello stesso anno, al Trofeo Laigueglia, gara di inizio
stagione. È secondo davanti al campione del mondo Freddy Maertens.
Anche
in pista mostra le sue attitudini pur non concedendo troppo spazio a
una specialità che non lo attirava più di tanto. Due suoi fratelli
hanno svolto al suo fianco, nelle sue squadre, attività tra i
professionisti: Antonio (campione italiano di ciclocross nel '79, '80 e
'83) e Alberto.
Nel
1979 è maglia rosa a Milano. Ha solo 21 anni e 8 mesi, l'arrivo è
all'Arena nel gran tempio dell'atletica leggera; la corsa viene decisa
nella cronoscalata di San Marino dove Beppe vince indossando la maglia
rosa che non molla più agli avversari, risultando uno dei vincitori più
giovani della storia del Giro.
Faccia
da eterno bambino, è stato l'anti Moser per eccellenza, l'altra faccia
del ciclismo. Bisognava schierarsi, o si tifava l'uno o l'altro: Moser
era il carattere e la polemica; Saronni, spesso la furbizia di
aspettare una volata per infilare gli avversari.
Il
corridore lombardo ha uno dei palmarès più ricchi, sia per la quantità
sia per la qualità delle affermazioni. Talento naturale di rarissimo
pregio, toccò i massimi livelli di rendimento nei 14 mesi che andarono
dal febbraio '82 al giugno '83: vinse un secondo Giro nel 1983, dopo
che nell'autunno del 1982 aveva trionfato al Campionato del Mondo di Goodwood, in Gran Bretagna,
battendo in una volata fenomenale l'americano Greg LeMond. Quel famoso
sprint, passato agli annali come la "Fucilata di Goodwood",
resta uno dei gesti sportivi più sbalorditivi e fantastici di tutti i
tempi.
Da
notare nella bacheca di Giuseppe Saronni la mancanza di un trionfo al
Tour de France, dove non corse mai tranne una volta a fine carriera,
quando decise di prendere parte alle prime tappe per provare l'aria
della grand boucle prima di ritirarsi.
Verso
la metà degli anni ottanta la sua forma declinò precocemente. Abbandonò
le corse nel 1991, divenendo team manager della Lampre-Caffita, con la quale ha
vinto due Giri d'Italia: nel 1996 e nel 2001; Saronni resta a tutt'oggi
nell'ambiente e molti appassionati lo ritengono l'unico
passista-velocista della storia del ciclismo ad aver vinto una grande
corsa a tappe.
Ha
indossato 49 volte la maglia rosa e ha sempre gareggiato sulle
biciclette di Ernesto Colnago formando con
il costruttore lombardo una coppia affiatata che ha conosciuto solo
pochi momenti di crisi.
Campionati del mondo
di Handbike a Parabiago nel 2007
L'handbike è una bicicletta
speciale nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle
gambe,
utilizza tre ruote e permette allo sportivo diversamente
abile su sedia a
rotelle o con difficoltà di deambulazione, di usare questo mezzo
"pedalando
con le mani", inoltre essendo dotata di un cambio a più rapporti
permette
di superare pendenze elevate e di raggiungere elevate velocità, con
essa si
svolgono gare a livello nazionale ed internazionale, suddivise in
categorie a
seconda della gravità dell' handicap fisico di ogni atleta, le
categorie
vengono stabilite da una apposita commissione medica che agli inizi
dell'attività agonistica di ciascun atleta ne dispone la classe di
appartenenza.