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Mappa: (C) 2007 Patrizio Croci

S. Ambrogio della Vittoria (1713)

sambrogio

La chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria è una chiesa di Parabiago del XIV secolo.
Durante la battaglia di Parabiago del 1339 Luchino Visconti era stato fatto prigioniero e legato ad un noce, ma gli sarebbe apparso sant'Ambrogio che l'avrebbe miracolosamente liberato. In ringraziamento della grazia ricevuta fu decisa l'erezione di una chiesa intitolata al santo sul luogo della battaglia, la cui prima pietra fu posta dall'arcivescovo Giovanni Visconti. Terminata nel 1348, il tempio venne affidato a cappellani nominati dall'amministrazione cittadina di Milano ed ogni anno, nell'anniversario della battaglia che ricorre il 21 febbraio, vi si svolgeva una processione religiosa a cui partecipavano i nobili  della città.
Nel 1481 su petizione dei nobili di Parabiago, la chiesa venne affidata ai "Frati della congregazione di San Barnaba e Sant'Ambrogio ad nemus". Nel 1586 i parabiaghesi si lamentarono nuovamente della gestione della chiesa da parte dei frati e nel 1647 il "Consiglio dei LX decurioni" la affidò ai Padri cistercensi di Lombardia, che ne poterono prendere possesso solo nel 1668. La comunità monastica aveva possedimenti terrieri oltre il confine con Nerviano, nella zona della chiesa Madonna di Dio 'l Sà, fino al fiume Olona.

Nel 1606 era stato affidato all'architetto Alessandro Bisnati il progetto della ristrutturazione della chiesa che tuttavia, prevedendo la demolizione dell'edificio esistente, fu giudicato troppo oneroso. I lavori di demolizione e ricostruzione iniziarono nel 1624 e nel 1647, quando l'edificio passò ai cistercensi, non erano ancora conclusi. Tra il 1708 e il 1713 si svolsero i lavori di costruzione del nuovo
convento e della chiesa, sotto la direzione dell'architetto Giovan Battista Quadrio. In seguito ad una visita di Elisabetta Cristina di Brunswick, promessa sposa del futuro imperatore Carlo VI d'Asburgo nel 1708, l'abate ottenne che una diramazione del Riale (Röngia), detta Röngieta, venisse realizzata per irrigare le proprietà cistercensi, partendo dalla piazza e costeggiando a destra la via che prendeva il nome dalla chiesa.
Il campanile fu innalzato nel 1723-1725 su progetto dell'architetto Pietrasanta. Sempre nel XVIII secolo la chiesa si arricchì di dipinti e di un organo del 1716.

Nel 1796, a causa della Rivoluzione francese, i Cistercensi furono costretti a vendere le loro proprietà e nel 1798 l'ordine venne inoltre soppresso.

Nel 1799 l'intero complesso venne adibito ad uso scolastico per i bambini poveri, ma sotto il regime rivoluzionario francese, precisamente nell'anno V Repubblicano, venne acquistato da uno svizzero di nome Emanuele Haller. Sequestrato subito dalla "Amministrazione del Fondo di Religione", nell'anno VI Repubblicano il monastero ed altri beni religiosi furono comprati dal "Cittadino" Manara, personaggio però non ben identificato e subito dopo da un tal Giovan Battista Litta Modignani; infine lo prese un prete di nome Don Carlo Rota, che volendo far concorrenza al Collegio Cavalleri per Nobili, situato nella piazza antistante la chiesa Prepositurale di Parabiago, ne fece sede di un'istituto scolastico simile, durò poco perché Don Agostino Peregalli, Parroco di Parabiago e rettore del Cavalleri, lo assorbì, spostando il collegio dalla sua sede storica in piazza, all'ex-Monastero, fino al 1857, anno in cui la rinomata scuola nobilare chiuse per sempre.

Nel 1864 la signora Rachele Peregalli, pronipote del suddetto parroco, vendette tutto il complesso a Don Giovanni Spagliardi, che vi fondò il "Pio Istituto per fanciulli derelitti", un riformatorio i cui "ospiti" in paese venivano soprannominati "barabitt", ovvero piccoli Barabba. Nel 1869 si fuse con l'Istituto Marchiondi di Milano, prendendo la denominazione di Opera Pia Marchiondi Spagliardi per l'assistenza minorile. Ma nel 1924 la sede parabiaghese chiuse i battenti, trasferendosi definitivamente a Milano.
L'intero complesso della chiesa del monastero fu dichiarato Monumento Nazionale nel 1913. Nel novembre del 1932 l'Amministrazione Ospedaliera Provinciale, acquistò l'ex-convento per farne una sezione distaccata dell'Ospedale psichiatrico di Mombello, nominandolo "Ospedale psichiatrico per croniche incurabili - Cerletti" e dandolo in amministrazione alle Suore di Maria Bambina. Smantellato il vecchio Ospedale psichiatrico, il monastero è stato prima sede dell'ASL e poi dell'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale).
Attualmente é in atto una campagna per promuovere la conoscenza, il recupero ed il riutilizzo religioso e non del monumento in questione, portata avanti dal Lions Club Parabiago, dall'Associazione Culturale locale El Bigatt e dall'Associazione La Fabbrica di Sant'Ambrogio.

(tratto da Wikipedia)

La chiesa milanese il 21 di febbraio istituì una particolare Messa e una solenne processione che da Milano portava i nobili a Parabiago per il rendimento di grazie per la vittoria della battaglia di Parabiago del 1339. Il più antico messale ambrosiano, stampato nel 1475, ne descrive la Messa col seguente titolo: MCCCXXXVIIII, die XXI, Februarii, Victoria Sancti Ambrosii de Parabiago. Proseguendo poi in quell'orazione si legge cosi: "I servi milanesi, con il tuo aiuto, hanno trionfato sui ladruncoli del popolo gallico". Il nome di gallici è stato dato alla società di san Giorgio che combatteva contro i milanesi. Nella messa si cita anche l'apparizione miracolosa di sant' Ambrogio: "Come una pestilenza distruttiva, hanno colpito il distretto milanese con molte uccisioni e minacce di rapine; ma, o Signore, con la tua meravigliosa potenza, virtù e gloria, hai donato la forza di vincere e hai mandato il magnifico Dottore, nostro Difensore". La messa si trova anche in un Breviario, stampato nel 1490, dove nel calendario sotto il giorno 21 febbraio si legge: Apparizione di sant'Ambrogio della vittoria di Parabiago. Ciò vien confermato in un versetto che dice: Apparve Ambrogio e anche successivamente: "Nella battaglia appena iniziata, mentre una grande strage avveniva da entrambe le parti, Luchino si convertì alla Religione e supplicò umilmente il divino Ambrogio, Governatore della Città. 'Io mi sono armato con la tua guida', disse, 'O Ottimo Pastore. Con le tue preghiere allontana dalla mia mano il sacrilego, e strappa la vittoria malvagia che presumo di ottenere. Dopo aver terminato la preghiera, come se avesse sentito esaudita la sua preghiera, egli esortò i soldati a combattere. I soldati, animati da una divina potenza, si precipitarono con tale impeto contro il nemico da non poter essere fermati. Così, dopo un'incursione, sconfissero il nemico, ne uccisero molti e ne catturarono alcuni. Da quel momento, la città religiosa, non dimenticando il favore del divino Ambrogio, che aveva protetto la città dalla calamità, volle ricordare questo evento per sempre." In quel periodo cominciano a comparire le immagini di sant'Ambrogio col flagello nella destra in atto di percuotere i nemici dei milanesi. Nel XVI secolo San Carlo abolì messa e la processione, ma Ambrogio continuò ad essere dipinto nello stesso modo sino all'inizio del XX secolo. Infatti non distante dalla chiesa di Sant'Ambrogio, costituita a Parabiago in ricordo della vittoria, all'ingresso delle scuole, i ragazzi del Liceo Cavalleri hanno dipinto un murales della battaglia con un Ambrogio che compare benedicendo anziché percuotendo.

Per approfondire

Testi conservati presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano:

- "La chiesa e l'Abbazia cistercense di S. Ambrogio della Vittoria a Parabiago"
- "Notizie intorno al nuovo Riformatorio dei derelitti istituito a Parabiago"
- "Una visita al Riformatorio di Parabiago"
- "Gli studi agrari al Riformatorio di Parabiago"
- "Il soggiorno di Elisabetta di Cristina di Brunswick, regina di Spagna e duchessa di Milano, nel convento dei Cistercensi in Parabiago"
- "Racconto istorico della celebre vittoria ottenuta da Luchino Visconti principe di Milano per la miracolosa apparizione di Santo Ambrogio seguìta il dì 21 Febbraio 1339 in Parabiago, raccolto da gravi scrittori, ed accresciuto di varie notizie spettanti al medesimo luogo da P. Claudio Cavalero e dedicato al merito singolare dell'illustrissimo signor marchese Don Giambatista Morigia"


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