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S.
Ambrogio della Vittoria (1713)
La
chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria
è una chiesa di Parabiago del XIV secolo.
Durante la battaglia di Parabiago del 1339
Luchino Visconti era stato fatto prigioniero
e legato ad un noce, ma gli sarebbe apparso
sant'Ambrogio che l'avrebbe miracolosamente
liberato. In ringraziamento della grazia
ricevuta fu decisa l'erezione di una chiesa
intitolata al santo sul luogo della
battaglia, la cui prima pietra fu posta
dall'arcivescovo Giovanni Visconti.
Terminata nel 1348, il tempio venne affidato
a cappellani nominati dall'amministrazione
cittadina di Milano ed ogni anno,
nell'anniversario della battaglia che
ricorre il 21 febbraio, vi si svolgeva una
processione religiosa a cui partecipavano i
nobili della città.
Nel 1481 su petizione dei nobili di
Parabiago, la chiesa venne affidata ai
"Frati della congregazione di San Barnaba e
Sant'Ambrogio ad nemus". Nel 1586 i
parabiaghesi si lamentarono nuovamente della
gestione della chiesa da parte dei frati e
nel 1647 il "Consiglio dei LX decurioni" la
affidò ai Padri
cistercensi di Lombardia, che ne
poterono prendere possesso solo nel 1668. La
comunità monastica aveva possedimenti
terrieri oltre il confine con Nerviano,
nella zona della chiesa Madonna di Dio 'l
Sà, fino al fiume Olona.
Nel 1606 era stato affidato all'architetto Alessandro Bisnati il
progetto della ristrutturazione della chiesa
che tuttavia, prevedendo la demolizione
dell'edificio esistente, fu giudicato troppo
oneroso. I lavori di demolizione e
ricostruzione iniziarono nel 1624 e nel
1647, quando l'edificio passò ai
cistercensi, non erano ancora conclusi. Tra
il 1708 e il 1713 si svolsero i lavori di
costruzione del nuovo convento
e
della chiesa, sotto la
direzione dell'architetto Giovan Battista
Quadrio. In seguito ad una visita di
Elisabetta Cristina di Brunswick, promessa
sposa del futuro imperatore Carlo VI
d'Asburgo nel 1708, l'abate ottenne che una
diramazione del Riale (Röngia),
detta
Röngieta, venisse realizzata per
irrigare le proprietà cistercensi, partendo
dalla piazza e costeggiando a destra la via
che prendeva il nome dalla chiesa.
Il campanile fu innalzato nel 1723-1725 su
progetto dell'architetto Pietrasanta. Sempre
nel XVIII secolo la chiesa si arricchì di
dipinti e di un organo
del 1716.
Nel 1796, a causa della Rivoluzione
francese, i Cistercensi furono costretti a
vendere le loro proprietà
e nel 1798 l'ordine venne inoltre soppresso.
Nel 1799 l'intero complesso venne adibito ad
uso scolastico per i bambini poveri, ma
sotto il regime rivoluzionario francese,
precisamente nell'anno V Repubblicano, venne
acquistato da uno svizzero di nome Emanuele
Haller. Sequestrato subito dalla
"Amministrazione del Fondo di Religione",
nell'anno VI Repubblicano il monastero ed
altri beni religiosi furono comprati dal
"Cittadino" Manara, personaggio però non ben
identificato e subito dopo da un tal Giovan
Battista Litta Modignani; infine lo prese un
prete di nome Don Carlo Rota, che volendo
far concorrenza al Collegio Cavalleri
per Nobili, situato nella piazza
antistante la chiesa Prepositurale di
Parabiago, ne fece sede di un'istituto
scolastico simile, durò poco perché Don
Agostino Peregalli, Parroco di Parabiago e
rettore del Cavalleri, lo assorbì, spostando
il collegio dalla sua sede storica in
piazza, all'ex-Monastero, fino al 1857, anno
in cui la rinomata scuola nobilare chiuse
per sempre.
Nel 1864 la signora Rachele Peregalli,
pronipote del suddetto parroco, vendette
tutto il complesso a Don Giovanni
Spagliardi, che vi fondò il "Pio Istituto
per fanciulli derelitti", un
riformatorio i cui "ospiti" in paese
venivano soprannominati "barabitt",
ovvero piccoli Barabba. Nel 1869 si fuse con
l'Istituto Marchiondi di Milano, prendendo
la denominazione di Opera Pia Marchiondi
Spagliardi per l'assistenza minorile.
Ma nel 1924 la sede parabiaghese chiuse i
battenti, trasferendosi definitivamente a
Milano. L'intero complesso
della chiesa del monastero fu dichiarato
Monumento Nazionale nel 1913. Nel
novembre del 1932 l'Amministrazione
Ospedaliera Provinciale, acquistò
l'ex-convento per farne una sezione
distaccata dell'Ospedale psichiatrico di
Mombello, nominandolo "Ospedale
psichiatrico per croniche incurabili -
Cerletti" e dandolo in amministrazione
alle Suore di Maria Bambina.
Smantellato il vecchio Ospedale
psichiatrico, il monastero è
stato prima sede dell'ASL e poi dell'ARPA
(Agenzia Regionale Protezione Ambientale).
Attualmente é in atto una campagna per
promuovere la conoscenza, il recupero ed il
riutilizzo religioso e non del monumento in
questione, portata avanti dal Lions Club
Parabiago, dall'Associazione Culturale
locale El Bigatt e
dall'Associazione La
Fabbrica di Sant'Ambrogio.
(tratto
da Wikipedia)
La chiesa
milanese il 21 di febbraio istituì una particolare Messa e una solenne
processione che da Milano portava i nobili a Parabiago per il rendimento di
grazie per la vittoria della battaglia di Parabiago del 1339. Il più antico
messale ambrosiano, stampato nel 1475, ne descrive la Messa col seguente
titolo: MCCCXXXVIIII, die XXI, Februarii, Victoria Sancti Ambrosii de
Parabiago. Proseguendo poi in quell'orazione si legge cosi: "I servi
milanesi, con il tuo aiuto, hanno trionfato sui ladruncoli del popolo
gallico". Il nome di gallici è stato dato alla società di san Giorgio che
combatteva contro i milanesi. Nella messa si cita anche l'apparizione
miracolosa di sant' Ambrogio: "Come una pestilenza distruttiva, hanno
colpito il distretto milanese con molte uccisioni e minacce di rapine; ma, o
Signore, con la tua meravigliosa potenza, virtù e gloria, hai donato la forza
di vincere e hai mandato il magnifico Dottore, nostro Difensore". La messa
si trova anche in un Breviario, stampato nel 1490, dove nel calendario sotto il
giorno 21 febbraio si legge: Apparizione di sant'Ambrogio della vittoria di
Parabiago. Ciò vien confermato in un versetto che dice: Apparve Ambrogio e
anche successivamente: "Nella battaglia appena iniziata, mentre una grande
strage avveniva da entrambe le parti, Luchino si convertì alla Religione e
supplicò umilmente il divino Ambrogio, Governatore della Città. 'Io mi sono
armato con la tua guida', disse, 'O Ottimo Pastore. Con le tue preghiere
allontana dalla mia mano il sacrilego, e strappa la vittoria malvagia che
presumo di ottenere. Dopo aver terminato la preghiera, come se avesse sentito
esaudita la sua preghiera, egli esortò i soldati a combattere. I soldati,
animati da una divina potenza, si precipitarono con tale impeto contro il nemico
da non poter essere fermati. Così, dopo un'incursione, sconfissero il nemico,
ne uccisero molti e ne catturarono alcuni. Da quel momento, la città religiosa,
non dimenticando il favore del divino Ambrogio, che aveva protetto la città
dalla calamità, volle ricordare questo evento per sempre." In quel periodo
cominciano a comparire le immagini di sant'Ambrogio col flagello nella destra
in atto di percuotere i nemici dei milanesi. Nel XVI secolo San Carlo abolì
messa e la processione, ma Ambrogio continuò ad essere dipinto nello stesso
modo sino all'inizio del XX secolo. Infatti non distante dalla chiesa di
Sant'Ambrogio, costituita a Parabiago in ricordo della vittoria, all'ingresso
delle scuole, i ragazzi del Liceo Cavalleri hanno dipinto un murales della battaglia
con un Ambrogio che compare benedicendo anziché percuotendo.
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