I GIOCHI
NOI CI DIVERTIVAMO COSI…
"I
nostri erano per lo più giochi innocenti, di povera gente che
s'accontentava del nulla, condensando in quel nulla sogni smisurati!".
LA LIPPA:
E'
un gioco fanciullesco, consistente nel far saltare un legnetto,
appuntito a forma di cono alle due estremità, battendolo con un bastone
e quindi percuoterlo al volo, mandandolo il più lontano possibile. Si
facevano le gare e vinceva chi lo mandava più lontano. A volte c'era un
altro giocatore (doveva essere molto abile) che come a tennis, cercava
di colpire al volo la lippa per rimandarla al mittente.
Una lippa si
otteneva tagliando il manico di una scopa in due parti: una di mezzo
metro per il bastone e l'altra larga una spanna, la cosiddetta lippa,
che in lombardo si chiama "rella" e in toscano "ciribi". Quando si
giocava dove c'erano le case era facile che andasse a finire nei vetri:
allora in un secondo non c'era più in giro nessuno.
LA TROTTOLA:
Era
un giocattolo molto comune, di legno; di forma panciuta, ma affusolata
alla base e, siccome ad usarla, la punta si consumava presto, si
metteva un chiodo di ottone, con la testa rotonda. La si faceva girare
o con le mani o tirando una cordicella girata più volte nella parte
superiore. Vinceva chi riusciva a farla girare più a lungo. Era un
giocattolo che costava poco ma che durava a lungo.
IL CERCHIO:
E'
una lista circolare rigida per lo più di legno, che i fanciulli fanno
correre percuotendola e guidandola con una bacchetta. Era un gioco
preferito dai maschi, ciò non toglie che appassionava anche qualche
femmina. Un cerchio economico era quello usato con il cerchione di
qualche bicicletta.
IL TRENINO:
Era una grande gioia quando
si poteva avere tra le mani una locomotiva con un vagone. Si caricava
con una molla e lo si metteva su povere rotaie di lamiera. Gridi di
gioia quando il trenino, ormai scarico, si fermava dopo aver fatto
diversi giri di pista senza uscire dalle rotaie! Oggi è tutta un'altra
cosa: c'è il trenino elettrico, che corre su un plastico panoramico,
con diversi binari, con scambi automatici e che più di un gioco per
bambini è un divertimento anche per i grandi, che si contendevano la
precedenza per l'uso.
LE AUTOMOBILINE:
Oggi si regalano:
macchinette costose, sofisticate. Al primo guasto è passato il momento
di euforia, si mettono in disparte, con altre cianfrusaglie, in attesa
di finire alla discarica. Una volta non era cosi: una macchinetta,
quando la molla si rompeva, la si custodiva come un piccolo tesoro.
LE BIGLIE:
Erano
palline di vetro o fatte di terracotta verniciata con colori diversi,
le più belle erano quelle di vetro. Qualcuna era d'acciaio (quelle dei
cuscinetti a sfera).
Si costruivano nella terra e nella sabbia dei
circuiti che si dovevano percorrere, senza far uscire la biglia dalla
pista. Vinceva chi riusciva a percorrerla nel minor tempo senza far
uscire la biglia dalla pista. A volte partecipavano alla gara anche le
femmine.
I QUATTRO CANTONI:
Si giocava in cinque: quattro
occupavano i vertici di un quadrato e quello in mezzo doveva cercare di
occupare il posto di qualcuno dei quattro quando scambiavano le loro
posizioni.
LA CORDA:
Due ragazze la facevano ruotare e le altre saltavano dentro e fuori con un piede o a piedi uniti.
LA PALLA:
C'erano diversi giochi con la palla.
Di solito la si faceva passare da mano a mano, cercando di non farla cadere.
LE BAMBOLE:
Poche
erano le bambole sofisticate; le altre erano di pezza, fatte con
ritagli racimolati specialmente dalle sarte, ed erano tenute più care
perché da loro confezionate. Ogni bambina poi era gelosa della propria
bambola e difficilmente la cedeva alle amiche anche per pochi minuti.
Oggi ci sono bambole costose, che parlano, che si muovono, vestite da
donne. Un altro gioco era quello del "negoziante".
C'era una piccola
bilancia con i 2 piattini, con dei piccoli pesi, e la merce consisteva
in farina, zucchero o sabbia. Una faceva la venditrice e le altre le
acquirenti.
CARTINE DA GIOCO:
Specialmente durante i brevi
intervalli durante la scuola si tiravano fuori le cartine da gioco, in
formato ridotto per giocare a briscola, a rubamazzetto e come posta
c'erano pennini, biglie e figurine. Il gioco poi continuava dove c'era
la possibilità di farlo.
"GIOCHI INNOCENTI DI POVERA GENTE CHE SI ACCONTENTAVA DEL NULLA"
(testo tratto da cartellone della scuola media Rapizzi di Parabiago)