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LA CUCINAEra
un locale di solito molto vasto, con in mezzo un lungo tavolo, ad una
parete dei ganci, dove venivano appesi i secchi con l'acqua; di fianco
due mestoli; uno serviva per bere, l'altro per versare il cibo nei
piatti. C'era anche il camino, il luogo della cucina nel quale si
faceva il fuoco per cuocere le vivande o per riscaldarsi. Appesa ad una
catena c'era la pentola in cui si cucinava. Intorno c'erano gli
attrezzi necessari: le molle, soffietto per ravvivare la fiamma, la
paletta per la cenere. I cibi non erano succulenti: zuppa di pane
giallo, minestroni, polenta. Come secondo piatto, quando c'era, salami,
formaggi, per lo più casalinghi, frutta, la carne nei giorni festivi.
Per chi arricciava il naso, il solito ritornello: o mangia sta minestra
o salta dalla finestra. Prima che mettessero l'acqua corrente, con i
secchi si andava alle fontane comunali. In qualche cortile c'era il
pozzo. In certe case il camino era così largo che ci si poteva sedere
ai lati per scaldarsi
(testo tratto da cartelloni della scuola media Rapizzi di Parabiago)
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