ANCHE I NOSTRI NONNI
RACCONTANO
LA NONNA DI LAURA:
Ho
chiesto a mia nonna Vera di raccontarmi come festeggiava il Capodanno
quando era giovane. La nonna mi ha detto che nel periodo della guerra
non c'erano soldi da spendere per festeggiamenti o cose superflue: l'
importante era avere da mangiare e da divertirsi. Le feste si passavano
in famiglia e con gli amici. A Capodanno la nonna restava a casa con i
suoi genitori e amici e insieme aspettavano la mezzanotte ballando e
giocando. A mezzanotte si scambiavano gli auguri e brindavano con un
bicchierino di anice offerto a tutti dal papà della nonna. La nonna mi
ha anche raccontato che la sua mamma le faceva trovare sempre un
piccolo regalo (un paio di calzettoni nuovi o un paio di guanti) sotto
il cuscino, come augurio per l' anno nuovo.
LA NONNA DI VALERIA:
La
mia nonna materna si chiama Giulia. Mi ha raccontato che il giorno dei
Santi andava a Messa, poi la giornata la trascorreva in famiglia. La
mia nonna il giorno dei Santi mangiava di piu " buono" del solito, ma
non ha mai mangiato il Dolce dei Santi, invece mangiava le castagne. Al
pomeriggio andava all' oratorio. A Capodanno andava a Messa al mattino.
Il pranzo era un po’ particolare. Passava la festa in famiglia. Giocava
a tombola prima di andare a letto. Non riceveva nessun regalo. Andava a
letto un po’ piu tardi del solito. A Natale andava a Messa. Mangiava il
panforte. Non riceveva regali. Non faceva il presepe. La festa la
passava in famiglia. Si giocava a tombola con gli amici. Andava a letto
piu tardi del solito.
LA NONNA DI FEDERICA:
Mia nonna si chiama
Antonia Voci e ha 76 anni. Quando era bambina viveva a Squillace in
Calabria. Un giorno ho deciso si intervistarla e lei mi ha parlato
del Carnevale, del Natale, della Pasqua, dell'Immacolata e della
festa del Patrono S. Agazio. Per quanto riguarda al Carnevale mi ha
detto che lo festeggiava andando in giro per il paese mascherata. A
Natale sua nonna le cucinava delle frittelle chiamate "zeppole";
riceveva delle bambole di pezza. A Pasqua stava a casa con la sua
famiglia, al mattino andava a Messa e a pranzo mangiava l'agnello.
All'Immacolata partecipava alla processione. Infine la mia nonna
ricorda della festa del Patrono S. Agazio perché partecipava alla
processione e alla Messa.
IL NONNO DI MARCO:
Mio nonno si chiama
Giuseppe e ha 87 anni e vive vicino a Potenza. Lui per la festa del
Patrono la mattina andava a Messa ma non al cimitero perché era troppo
lontano. A pranzo lo invitavano gli zii quando arrivava lo zio
dall'America, che aveva anche un cavallo, mio nonno si divertiva sempre
a fare un giro a cavallo per i campi. Il giorno del Patrono si mangiava
la polenta con il peperoncino tritato e un po’ di stufato d'asino. Poi
mio nonno andava con i genitori in piazza alla fiera, c'era la fiera
degli oggetti usati, quella degli animali e quella dove si vende di
tutto. Mio nonno racconta che una volta la zia a questa fiera gli ha
comprato un gioco, un regalo un particolare, era una fionda, e proprio
con quella fionda il nonno ricorda di avere colpito per sbaglio il
gallo di suo papà. Vivere le feste di tanto tempo fa era bello in un
certo senso e brutto in un altro, bello perché quando si riceveva un
regalo si era molto contenti ma a volte brutto perché non c'erano i
soldi e non si viveva bene. MIO NONNO DICE: "non c'era niente e solo i
ricchi si potevano permettere le cose nuove e belle".
(testo tratto da
cartellone della scuola media Rapizzi di Parabiago)