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Farfalle (Lepidotteri)


Il termine Lepidotteri deriva dal greco “ali squamose” e indica le migliaia di sottili squame sovrapposte che costituiscono le ali di questi insetti comunemente chiamati farfalle.

Il latino papilio, il francese papillon e alcune denominazioni popolari come papaia in Emilia Romagna, derivano dal raddoppiamento della radice “peb” (volare) che richiama il cadenzato e armonioso battere e levare delle ali che caratterizza il volo di questi insetti. Il termine farfalla, di etimologia incerta, è costruito con lo stesso criterio.

Il ciclo vitale delle farfalle consiste in quattro fasi nelle quali l’adulto ha un aspetto diverso dalla larva (metamorfosi completa). Dall’uovo si schiude la larva vermiforme e terrestre (bruco) che si nutre normalmente di una o più piante (monofagi o polifagi) aumentando anche di 1000 volte il proprio peso. Per crescere il bruco ha bisogno di rinnovare da 4 a 9 volte la propria cuticola. L’ultima muta dà luogo alla formazione della pupa o crisalide, uno stadio che permette alla farfalla di ristrutturare gli organi nel tempo necessario per la formazione dell’adulto. Quest’ultimo, rotta la cuticola della crisalide, stende le ali e spicca il primo volo. Dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova sulle piante ospite e il ciclo ricomincia.

Gonepterix rhamni



Diurne o notturne:

l’ordine dei Lepidotteri è uno dei gruppi più grandi degli insetti. Con 165.000 specie in tutto il mondo, comprende circa il 15% di tutti gli insetti conosciuti. La suddivisione in farfalle (ropaloceri) e falene è del tutto artificiale poiché non esistono differenze tali che consentono di separare i due gruppi. In generale la maggior parte delle farfalle ha abitudini diurne, mentre le falene sono attive nelle ore notturne.

NOTTURNA: Saturnia pyri

DIURNA: Nymphalis polychloros