Traduzione dell???articolo dell???Ecomuseo di Parabiago pubblicato in Cuadiernu n. 12. Revista internacional de patrimonio, museolog??a social, memoria y territorio. Revista de La Ponte-Ecomus??u. (2023)
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            collaborazione con l'Ecomuseo e/o il Parco Mulini  
        
L'amministrazione condivisa del
            patrimonio vivente a Parabiago
Autori: Raul Dal Santo, Silvia Dossena,
            Lucia Vignati - agenda21@comune.parabiago.mi.it
Parole chiave: ecomusei, sussidiariet??,
            amministrazione del patrimonio, cittadinanza attiva, accordi di
            cooperazione, processi co-creativi
Riassunto
Questo
lavoro
          esamina l'amministrazione condivisa dei beni comuni attraverso
          approcci di co-creazione e sussidiariet??. L'ecomuseo di Parabiago
          (Italia) ?? evidenziato come caso di studio. Questo museo mira a
          coinvolgere i cittadini e gli stakeholder locali in processi
          co-creativi per la pianificazione e l'attuazione di piani d'azione a
          lungo termine che utilizzino le risorse, le conoscenze e le competenze
          del patrimonio locale per realizzare le azioni pianificate. I processi
          partecipativi e co-creativi sono importanti quanto i risultati, in
          quanto aiutano a promuovere un senso di comunit?? e di luogo,
          massimizzando l'impatto. Tra il 2017 e il 2023 l'ecomuseo ha
          facilitato 48 accordi e patti di cooperazione con cittadini,
          organizzazioni e il comune di Parabiago per la cura, la gestione e la
          rigenerazione del patrimonio culturale e paesaggistico. I dati
          relativi a questi accordi sono analizzati confrontandoli con le
          tendenze nazionali in Italia. Sebbene siano state evidenziate alcune
          questioni, l'esperienza mostra come tale governance partecipativa
          costruisca la resilienza della comunit?? consentendo ai cittadini di
          prendersi cura dei beni comuni. Il quadro concettuale integrato e i
          modelli pratici applicati a Parabiago forniscono lezioni per
          affrontare problemi complessi attraverso una pianificazione
          co-creativa e un'azione locale collaborativa in linea con il principio
          di sussidiariet??.
Questo
          articolo esamina la gestione condivisa dei beni comuni attraverso
          approcci di co-creazione e sussidiariet??. L'ecomuseo di Parabiago
          (Italia) si distingue come caso di studio. Questo ecomuseo mira a
          coinvolgere i cittadini e gli stakeholder locali in processi
          co-creativi per pianificare e attuare piani d'azione a lungo termine
          che utilizzino le risorse, le conoscenze e le competenze del
          patrimonio locale per realizzare le azioni pianificate. I processi
          partecipativi e co-creativi sono importanti quanto i risultati, in
          quanto aiutano a promuovere un senso di comunit?? e di luogo,
          massimizzando l'impatto. Tra il 2017 e il 2023 l'ecomuseo ha
          facilitato 48 accordi e patti di cooperazione con cittadini,
          organizzazioni e il comune di Parabiago per la cura, la gestione e la
          rigenerazione del patrimonio culturale e paesaggistico. I dati
          relativi a tali accordi sono analizzati confrontandoli con le tendenze
          nazionali in Italia. Sebbene siano state evidenziate alcune questioni,
          l'esperienza mostra come questa governance partecipativa costruisca la
          resilienza della comunit?? consentendo ai cittadini di prendersi cura
          dei beni comuni. Il quadro concettuale integrato e i modelli pratici
          applicati a Parabiago forniscono lezioni per affrontare problemi
          complessi attraverso una pianificazione co-creativa e un'azione locale
          collaborativa in linea con il principio di sussidiariet??.
Biografia
- Raul Dal Santo, ?? ecologo e coordina l'ecomuseo di
            Parabiago. Coordina inoltre la rete degli ecomusei della Regione
            Lombardia e il Parco Naturale "Mulini". Le sue ricerche e i suoi
            lavori si concentrano sull'ecologia del paesaggio, l'ecologia, lo
            sviluppo sostenibile, la pianificazione e i progetti locali
            partecipativi e la sussidiariet??.
- Silvia Dossena lavora come ecologa per il Comune di
            Parabiago, nell'ecomuseo di Parabiago e nel parco naturale "Mulini".
            Il suo lavoro si concentra sullo sviluppo sostenibile e
            sull'economia circolare.
- Lucia Vignati lavora come ecologa per il Comune di
            Parabiago e nell'ecomuseo di Parabiago e nel parco naturale
            "Mulini". Il suo lavoro si concentra sull'ecologia del paesaggio,
            l'ecologia, lo sviluppo sostenibile, la pianificazione e i progetti
            locali partecipativi e la sussidiariet??.
      
Introduzione 
L'amministrazione condivisa dei beni comuni
Le
          recenti e perduranti crisi ambientali, sanitarie e socio-economiche
          hanno evidenziato la necessit?? di riattivare una dimensione
          comunitaria e identitaria dei luoghi, seppur con una visione globale.
          In questo numero, le istituzioni culturali come gli ecomusei possono
          svolgere un ruolo importante nella creazione di comunit?? resilienti,
          in grado di rinnovarsi in risposta alle crisi. (Riva, 2022).
Inoltre,
          a causa della drastica riduzione del patrimonio privato e pubblico, ??
          necessario riconoscere e utilizzare i beni comuni per lo sviluppo
          sociale, ambientale ed economico delle comunit?? locali. Tuttavia, da
          un lato, la comunit?? spesso non riconosce i beni comuni come beni
          comuni; D'altra parte, l'obsoleto modello di governance, basato sulla
          logica dell'amministrazione che contrappone gli amministratori agli
          amministrati, non consente alla comunit?? di attivare risorse proprie
          per risolvere problemi e crisi. Infine, questi problemi e queste
          crisi, data la loro complessit??, spesso non possono essere risolti
          dalle sole istituzioni. (Arena, 2006)
Ecco in sintesi le ragioni per cui co-creazione, sussidiariet?? e
          beni comuni sono tre concetti chiave per comprendere e affrontare le
          crisi contemporanee.
Questi
          concetti si riferiscono alle modalit?? di organizzazione e gestione
          delle risorse, dei servizi e delle relazioni tra i diversi attori
          della societ??, al fine di promuovere il bene comune, la partecipazione
          democratica e lo sviluppo sostenibile.
In
          questo articolo ci proponiamo di esplorare il significato, le
          implicazioni e le potenzialit?? di questi concetti, con particolare
          attenzione alla realt?? italiana e a un caso studio presso l'ecomuseo
          di Parabiago.
Co-creazione: coinvolgimento attivo dei cittadini
Per
          co-creazione si intende il processo collaborativo attraverso il quale
          i cittadini, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della societ??
          civile e il settore privato si impegnano insieme nella definizione e
          nella risoluzione dei problemi pubblici, nella produzione di beni e
          servizi di interesse generale e nella creazione di valore sociale ed
          economico. La co-creazione implica la condivisione di conoscenze,
          risorse, responsabilit?? e benefici tra i diversi soggetti coinvolti,
          sulla base di principi di fiducia, trasparenza e reciprocit??. La
          co-creazione pu?? assumere diverse forme e livelli di intensit??, a
          seconda degli obiettivi, dei contesti e delle modalit?? di interazione
          tra i partecipanti.
Sussidiariet?? 
Il
          concetto di sussidiariet?? si riferisce al principio secondo cui le
          decisioni e le azioni pubbliche dovrebbero essere prese al livello pi??
          vicino ai cittadini, a condizione che tale livello sia in grado di
          raggiungere efficacemente gli obiettivi prefissati. Il principio di
          sussidiariet?? ?? sancito dal trattato sull'Unione europea e disciplina
          l'esercizio delle competenze non esclusive dell'Unione. Mira a
          garantire un certo grado di autonomia e responsabilit?? per le comunit??
          locali, nel rispetto dell'unit?? e della solidariet?? tra gli Stati
          membri. Il principio di sussidiariet?? ha anche una dimensione
          orizzontale, che riguarda la cooperazione tra i diversi livelli di
          governo (locale, regionale, nazionale ed europeo) e tra i diversi
          attori della societ?? (pubblico, privato e civile).[1]
          
Beni comuni: gestione partecipata per il bene pubblico 
La
          nozione di beni comuni si riferisce a risorse materiali o immateriali
          che sono condivise da una comunit?? di utenti e richiedono una gestione
          collettiva per garantirne la conservazione e l'accesso equo. I beni
          comuni possono essere naturali (come l'aria, l'acqua, la biodiversit??)
          o culturali (come la conoscenza, il patrimonio culturale, i dati). La
          gestione partecipata dei beni comuni ?? essenziale per garantirne la
          conservazione e l'uso sostenibile. Questo concetto sottolinea la
          necessit?? di coinvolgere le comunit?? nella definizione delle politiche
          e delle pratiche di gestione, in modo che i beni comuni siano
          preservati per le generazioni future.
Co-creazione,
sussidiariet??
          e beni comuni sono concetti interconnessi che si influenzano a vicenda
          e possono contribuire a generare innovazioni sociali e allo sviluppo
          integrale delle comunit?? locali. La co-creazione pu?? essere vista come
          un mezzo per realizzare una forma pi?? attiva di sussidiariet??, in
          quanto coinvolge le comunit?? locali nel processo decisionale e di
          progettazione. Allo stesso tempo, la sussidiariet?? promuove la
          co-creazione, consentendo alle comunit?? di avere un maggiore controllo
          sulle questioni che le riguardano direttamente. I beni comuni, gestiti
          attraverso processi partecipativi, sono spesso il risultato di sforzi
          collaborativi di co-creazione e la loro gestione riflette
          l'applicazione concreta del principio di sussidiariet??.
Il contesto italiano
Come
          in Europa, anche in Italia spesso non si riesce a percepire il valore
          dei luoghi e a riconoscere nel territorio non solo lo spazio a
          disposizione per costruire, produrre e spostare, ma anche il
          patrimonio da conservare e valorizzare. Questa incapacit?? ?? diffusa in
          particolare nei grandi agglomerati urbani centrali d'Italia. Questo ha
          creato profonde ferite nel paesaggio come la perdita di diversit??
          biologica e culturale; lo squilibrio e la separazione fisica tra
          habitat umano e habitat naturale; la grave disfunzione dell'apparato
          paesaggistico (Turri, 2001).
L'amministrazione
condivisa
          dei beni comuni in Italia ?? un tema di crescente interesse e rilevanza
          anche per queste ragioni. Oggi l'idea di beni comuni in Italia si
          riferisce a risorse naturali e culturali che appartengono a tutti e
          devono essere gestite in modo equo e sostenibile per garantire il
          benessere delle generazioni presenti e future (Arena, 2020).
Il concetto di beni comuni in Italia
Il
          concetto di beni comuni ha radici profonde nella storia e nella
          cultura italiana. Gi?? nel Medioevo le comunit?? locali avevano
          sviluppato sistemi di gestione collettiva delle risorse comuni, come i
          terreni agricoli, i pascoli e le foreste. Tuttavia, nel corso dei
          secoli, questi sistemi di gestione condivisa sono stati
          progressivamente erosi da processi di privatizzazione e
          centralizzazione del potere (Dani, 2014).
In
          Italia, il risveglio dell'interesse per i beni comuni si deve in gran
          parte all'opera del giurista e politologo Stefano Rodot??; Ha attivato
          il dibattito su questo tema tra la fine del XX secolo e l'inizio del
          XXI. Rodot?? ha sottolineato l'importanza di riconoscere i beni comuni
          come componente fondamentale del patrimonio collettivo e di
          promuoverne la gestione partecipata come strumento di democrazia e
          giustizia sociale.
L'amministrazione
condivisa
          dei beni comuni in Italia ha ricevuto un notevole impulso nel 2001 con
          la riforma del codice civile, che ha
          introdotto la figura giuridica dei "beni comuni". In particolare,
          l'articolo 822 del Codice Civile definisce
          i beni comuni come beni che appartengono a pi?? soggetti e sono
          destinati all'uso comune. 
Il
          concetto ?? stato richiamato dalla normativa successiva, ma in Italia
          il processo di riconoscimento dei beni comuni e della loro
          amministrazione condivisa ?? ancora in corso e presenta diverse sfide:
          la definizione di criteri chiari e coerenti per identificare i beni
          comuni e stabilire le modalit?? della loro gestione condivisa;
          l'attuazione di politiche efficaci per la conservazione e la
          valorizzazione dei beni comuni, che richiede una notevole capacit??
          amministrativa e finanziaria, spesso carente a livello locale.
Labsus e
            il Regolamento per l'Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni in
            Italia 
Nel
          2014 l'associazione italiana Labsus
          (Laboratorio per la Sussidiariet??), ha proposto una bozza di
          Regolamento per l'Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni, a cui le
          istituzioni pubbliche possono fare riferimento al fine di favorire
          forme di democrazia partecipativa e attuare il principio di
          sussidiariet?? orizzontale presente nella Costituzione italiana (art.
          118 ultimo comma). Il testo disciplina forme di collaborazione tra
          cittadini e istituzioni pubbliche per la cura e la gestione condivisa
          dei beni comuni, attraverso patti di collaborazione. 
Questi
          patti sono atti amministrativi attraverso i quali uno o pi?? cittadini
          attivi e un ente pubblico definiscono, attraverso un processo di
          co-creazione, i termini della collaborazione per la cura dei beni
          comuni. Il patto individua il bene comune, gli obiettivi quali
          l'interesse generale da tutelare, le capacit??, le competenze e le
          risorse dei firmatari, la durata della collaborazione e le
          responsabilit??. 
Questo
          strumento si distingue da altri strumenti pi?? comuni utilizzati dalle
          pubbliche amministrazioni, come l'affido, le concessioni e le
          adozioni, per l'elevato livello di informalit?? che lo caratterizza. Il
          patto, infatti, coinvolge spesso gruppi informali, comitati o abitanti
          di un quartiere uniti da un interesse comune a promuovere la cura di
          uno specifico bene comune. Questa caratteristica rende questo
          strumento particolarmente vantaggioso.
Attraverso
          i patti, i cittadini attivi possono svolgere attivit?? di interesse
          generale su un piano di parit?? con la pubblica amministrazione. Il
          Regolamento ?? stato adottato da pi?? di 270 comuni e altre istituzioni
          pubbliche, dimostrando la sua capacit?? di adattarsi a diversi contesti[2]
          . 
Ecomusei e gestione dei beni culturali in Italia
L'Italia
          si distingue come l'unica nazione al mondo in cui il proliferare degli
          ecomusei si ?? verificato negli ultimi due decenni, e hanno ricevuto il
          riconoscimento giuridico in quindici regioni o province su un totale
          di 21 nel paese. Una recente indagine rivela la presenza di 263
          Istituzioni che si auto-identificano come ecomusei, di cui 135 che
          hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale da Regioni o Province (Dal
          Santo, 2023).[3]
          Sono state istituite sia una rete nazionale che diverse reti regionali
          per favorire la collaborazione, la solidariet?? tra gli ecomusei e
          aiutare i nuovi ecomusei. Nel 2016 gli ecomusei italiani hanno
          formulato collettivamente un documento completo noto come "Manifesto",
          che non solo racchiude la saggezza acquisita attraverso la rete
          nazionale, ma definisce anche gli ecomusei come "processi
            partecipativi che riconoscono, gestiscono e proteggono il patrimonio
            locale al fine di facilitare uno sviluppo sostenibile sociale,
            ambientale ed economico. Gli ecomusei sviluppano pratiche creative e
            inclusive finalizzate alla crescita culturale delle comunit?? locali,
            basate sulla partecipazione attiva delle persone e sulla
            cooperazione di stakeholder quali istituzioni e associazioni.
            L'obiettivo primario degli ecomusei ?? quello di ristabilire
            corrispondenze tra tecniche, culture, produzioni e risorse di un
            paesaggio omogeneo e il patrimonio culturale locale. Inoltre, gli
            ecomusei collaborano con musei, associazioni, istituzioni culturali,
            nonch?? con altri attori della tutela del patrimonio a livello
            regionale e nazionale. Mette a disposizione del pubblico la propria
            esperienza e competenza specifica nella gestione del patrimonio e
            del paesaggio (Dal Santo et al. 2017). 
Il
          Manifesto ?? un documento permanente ed evolutivo che, attraverso la
          modifica del 2019, ha sottolineato l'impegno degli ecomusei italiani  "a
            promuovere ulteriormente gli obiettivi di salvaguardia, cura,
            valorizzazione e accesso al paesaggio e al patrimonio naturale e
            culturale, sia materiale che immateriale, e il loro ruolo nello
            sviluppo ambientale, sociale ed economico delle comunit??, nel
            raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU per lo
            sviluppo sostenibile e la giustizia climatica"[4]
            A questo punto, 
Gli
          ecomusei italiani utilizzano un "toolkit" specializzato per utilizzare
          in modo efficace e sostenibile il patrimonio vivente, impiegando un
          approccio olistico (Dal Santo et al., 2017b). Molti di questi
          strumenti, come le mappe parrocchiali e le filiere corte dei prodotti
          agricoli locali, sono stati ampiamente utilizzati all'interno di vari
          ecomusei italiani per un lungo periodo. Ad esempio, la mappa della
          comunit??, una cartografia partecipativa utilizzata per l'inventario
          del patrimonio culturale, ?? stata utilizzata da oltre 50 ecomusei.
          Sebbene relativamente nuovi, altri strumenti come l'economia
          circolare, gli accordi di cooperazione e i patti per fiumi, laghi e
          mari sono degni di nota per il loro potenziale di impatto
          significativo.
Tra
          questi strumenti, in alcuni ecomusei sono stati sviluppati patti di
          cooperazione sussidiaria con i cittadini attivi con l'obiettivo di
          preservare e rivitalizzare il patrimonio culturale come bene comune e
          rafforzare il senso di comunit?? e di luogo.
Il caso studio dell'Ecomuseo di Parabiago
Parabiago e il suo ecomuseo 
              
Situata
          tra la valle del fiume Olona e l'altopiano della citt?? metropolitana
          di Milano, Parabiago ?? un comune di circa 30.000 abitanti. L'Ecomuseo
          di Parabiago, gestito dal Comune di Parabiago, ?? un'istituzione
          culturale che ?? stata ufficialmente riconosciuta dalla Regione
          Lombardia nel 2008. Il suo scopo ?? quello di promuovere lo sviluppo
          locale attraverso l'utilizzo sostenibile del patrimonio vivente della
          regione.
L'obiettivo
dell'ecomuseo
          di Parabiago ?? quello di fornire agli abitanti e ai visitatori una
          comprensione completa e intelligibile del paesaggio. L'ecomuseo
          considera l'atto di imparare a percepire e comprendere il paesaggio
          come una competenza essenziale per responsabilizzare i cittadini ad
          assumersi la responsabilit?? della sua conservazione e valorizzazione.
In
          quanto iniziativa di cittadinanza attiva, l'ecomuseo di Parabiago
          opera secondo il principio di sussidiariet?? (art. 118, ultimo comma,
          della Costituzione italiana). Essa ?? finalizzata alla cura del
          paesaggio e del patrimonio, alla tutela dell'ambiente, della
          biodiversit?? e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle
          generazioni future (art. 9) per il progresso materiale e spirituale
          della societ?? (art. 4) e il pieno sviluppo della persona (art. 3,
          secondo comma).
Attraverso
          un continuo processo di partecipazione e co-creazione, l'ecomuseo di
          Parabiago si ?? evoluto in un contratto collettivo, in cui la comunit??
          si ?? impegnata a collaborare alla cura del territorio.
Il bene comune amministrazione condivisa a Parabiago
            
L'ecomuseo
          di Parabiago ?? stato concepito e funziona in un modo che si discosta
          dall'approccio convenzionale dei musei, che tipicamente progettano e
          realizzano iniziative "per" la comunit??, spesso sottraendo le persone
          alle fasi decisionali, progettuali e realizzative. L'obiettivo, la
          metodologia, la progettazione e l'esecuzione di questo ecomuseo sono
          tutti strutturati in collaborazione "con" la comunit??, secondo i
          principi della progettazione partecipata, della co-creazione, della  sussidiariet?? e
          della cittadinanza attiva.
Nel
          2007 ?? stato istituito per la prima volta un forum di partecipazione
          pubblica, che continua ad essere organizzato per affrontare i problemi
          e il futuro della comunit??. Sono invitati a partecipare i proprietari
          di terreni e patrimoni, i comuni, i musei, le parrocchie, le aziende
          di trattamento delle acque, le associazioni, gli agricoltori, i
          commercianti e gli artigiani, le istituzioni educative pubbliche e
          private, nonch?? i singoli cittadini. L'obiettivo ?? quello di
          coinvolgere i cittadini e le organizzazioni locali nelle problematiche
          che riguardano la loro comunit??. 
Gli
          incontri pubblici hanno lo scopo di garantire che i partecipanti siano
          informati, che siano consapevoli dei problemi e delle tendenze che
          interessano Parabiago e, infine, che siano messi in grado di agire in
          modo coordinato per rispondere ai problemi e plasmare il futuro di
          Parabiago. L'ecomuseo lavora per garantire che i cittadini e gli
          stakeholder locali: partecipino a processi co-creativi di
          pianificazione e attuazione di piani d'azione a lungo termine;
          attivare e utilizzare risorse, conoscenze e competenze per la cura del
          patrimonio locale; attuare le azioni pianificate in modo coordinato;
          rafforzare il senso di comunit??. 
Per
          l'ecomuseo di Parabiago i processi co-creativi e partecipativi sono
          importanti almeno quanto i risultati e gli esiti delle azioni
          pianificate. L'interazione degli attori locali ?? essenziale per creare
          un senso di luogo e di comunit??, massimizzando al contempo gli impatti
          (Dal Santo e Worts, 2022). 
La
          co-creazione di una mappa parrocchiale ?? stato il primo passo nella
          fase di progettazione dell'ecomuseo. La mappa parrocchiale ?? un
          processo partecipativo e un archivio permanente del patrimonio
          materiale e immateriale di un territorio (Clifford, Maggi, Murtas,
          2006). Questa mappa documenta il presente e il passato di Parabiago, e
          aiuta la comunit?? a migliorarlo e valorizzarlo. La mappa parrocchiale
          di Parabiago, una delle prime in Regione Lombardia, ?? stata avviata
          nel 2007 da un gruppo di lavoro all'interno del forum dei cittadini.
          Un questionario ?? stato sottoposto a circa 400 cittadini per indicare
          gli elementi patrimoniali che caratterizzano il paesaggio di
          Parabiago. La mappa ?? stata stampata nel 2008 e distribuita a tutte le
          famiglie di Parabiago, con 16.000 copie stampate. Successivamente ??
          stata realizzata una mappa multimediale che ?? stata pubblicata sul
          sito dell'ecomuseo per aggiornarne i contenuti. L'ecomuseo ha inoltre
          utilizzato la cartografia partecipata per co-creare con partner locali
          le mappe parrocchiali del Parco "Mulini" (2011), la mappa dei percorsi
          della valle del fiume Olona (2017) e la mappa parrocchiale degli
          studenti di Parabiago (2018).
Queste
          mappe costituiscono un inventario del patrimonio che la comunit??
          intende studiare, proteggere e utilizzare responsabilmente per uno
          sviluppo sostenibile locale e globale. La programmazione pluriennale
          realizzata in collaborazione con la comunit?? (Piano ecomuseo di
          Parabiago 2008, Piano Parco "Mulini" 2013, Piano Integrato Cultura
          2019, Programma Strategico 2022 per il sottobacino dei fiumi Olona,
          Bozzente, Lura e Lambro Sud) e il programma a breve termine basato su
          un triennio che viene aggiornato annualmente dall'ecomuseo,
          individuano gli obiettivi, i tempi, le risorse e le modalit?? con cui
          l'ecomuseo e i suoi partner intendono promuovere la fruizione
          sostenibile del patrimonio comunitario.
Accordi di cooperazione
L'obiettivo
comprende
          non solo la realizzazione di attivit?? di progettazione partecipata, ma
          anche la definizione di accordi di cooperazione con i cittadini,
          finalizzati alla salvaguardia, all'amministrazione e alla
          rivitalizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico come bene
          comune, nel rispetto del principio di sussidiariet?? sancito dalla
          Costituzione italiana. Cos??, l'ecomuseo assume il ruolo di
          facilitatore, consentendo alle persone di applicare le loro energie
          creative e fisiche condividendo le risorse all'interno della comunit??
          stessa, il tutto per il beneficio collettivo e per nutrire, produrre e
          far progredire i beni comuni. Questi accordi, forgiati nel corso degli
          anni, hanno assunto varie forme, sia formali che informali.
Un
          esempio di accordo informale ?? lo studio, la progettazione e la
          realizzazione della riapertura di una roggia di origine medievale, il
          Riale di Parabiago, avvenuta tra il 2009 e il 2011 grazie al
          coinvolgimento di numerose associazioni, imprenditori agricoli e
          studenti. A questo ?? seguito un atto formalizzato nel 2014 con gli
          agricoltori e il consorzio del fiume Olona per la manutenzione del
          canale irriguo e il suo utilizzo come zona umida per la riproduzione
          degli anfibi.
Un
          esempio di accordo formale ?? il patto per il fiume Olona, promosso nel
          2013 dal Parco "Mulini" (parco naturale locale) a cui l'ecomuseo ha
          aderito insieme a numerosi soggetti pubblici e privati della valle
          milanese del fiume Olona dove ha sede l'ecomuseo. A dieci anni dalla
          sua firma, il patto ?? ancora attivo e costituisce un esempio di
          gestione condivisa di un paesaggio fluviale periurbano (Fanzini,
          2019). Il monitoraggio periodico mostra i risultati ottenuti[5]
          .
Nel
          2016 il Comune di Parabiago ha approvato il regolamento dal titolo
          "Regolamento comunale per la partecipazione attiva della comunit??, per
          la promozione di processi di resilienza per la cura, la rigenerazione
          degli spazi urbani, la coesione sociale e la sicurezza". Il
          regolamento, basato sullo schema proposto da Labsus,
          consente al Comune e all'ecomuseo di utilizzare un insieme di processi
          collaborativi e co-creativi per definire i progetti e favorirne la
          realizzazione attraverso la partecipazione attiva della comunit??.
          (Fig.1). 
Il
          regolamento distingue i patti dagli accordi di cooperazione in base
          alla durata dei progetti.
Gli
          interventi di carattere occasionale (meno di un anno) richiedono la
          sottoscrizione di un accordo di collaborazione attivabile con la
          semplice compilazione di un modulo. Gli interventi di durata pi?? lunga
          sono formalizzati attraverso un patto di cooperazione, nell'ambito di
          uno schema pi?? complesso.

Fig. 1 - il flusso di lavoro per l'amministrazione
            condivisa dei beni comuni. (Ecomuseo di Parabiago)
Sia
          per i patti che per gli accordi di cooperazione, i cittadini attivi
          presentano un'idea all'ecomuseo, che la esamina e: 
Quando
l'idea
          diventa un progetto realizzabile, nel caso di accordi viene subito
          firmato. Nel caso dei patti il consiglio comunale esprime un parere.
          Successivamente, l'ecomuseo e i cittadini firmano il patto e iniziano
          a lavorare insieme in piena autonomia. In questo modo, l'ecomuseo di
          Parabiago ha salito la 'scala della partecipazione' per ispirare
          cambiamenti rilevanti nella comunit?? e massimizzare gli impatti
          culturali attraverso l'intervento dei cittadini (Dal Santo, 2019;
          Fig.2). 

Fig. 2 La scala della partecipazione. (Ecomuseo di
            Parabiago)
Analisi degli accordi di cooperazione 
Gli
          accordi di cooperazione sono stati analizzati in modo approfondito
          nell'ambito dell'ecomuseo di Parabiago. Dall'approvazione dei
          regolamenti comunali, dal 2017 al 2023, l'ecomuseo ha svolto un ruolo
          fondamentale nel facilitare la creazione e l'esecuzione di nove patti
          di cooperazione a lungo termine e trentasei accordi a breve termine
          con gruppi comunitari. Queste collaborazioni hanno l'obiettivo di
          realizzare progetti proposti dalla comunit?? in linea con il programma
          pluriennale dell'ecomuseo.
Oltre
          a questi patti formali di cooperazione, nel corso del tempo sono
          emerse diverse iniziative spontanee, che non sono vincolate da
          formalizzazione. Ne sono un esempio le attivit?? di piantumazione di
          alberi durante i "Tree Days", che coinvolgono studenti, insegnanti e
          familiari, nonch?? la pulizia e l'installazione di cartelli per un
          nuovo percorso culturale all'interno dell'ecomuseo. Lo stato di
          avanzamento di tutti gli accordi formali di collaborazione ??
          attentamente monitorato, con alcuni progetti che vengono rinnovati nel
          tempo. Inoltre, nuovi progetti sono emersi attraverso un dialogo
          continuo con gli stakeholder all'interno della comunit??.
1.  Soggetti
          coinvolti
Diversi
          attori locali sono impegnati in collaborazioni con l'ecomuseo di
          Parabiago. La maggior parte dei firmatari sono singoli cittadini, che
          costituiscono circa il 46% dei partecipanti. Seguono l'esempio i
          gruppi informali, che rappresentano circa il 21%. Le associazioni
          rappresentano circa il 13% dei soggetti coinvolti, mentre gli
          agricoltori rappresentano il 10%. Il coinvolgimento di scuole, imprese
          e aziende non profit ?? relativamente inferiore, con sottoscrizioni da
          parte di queste entit?? che ammontano rispettivamente al 4% e al 2%
          (Fig.3).

Fig. 3 "Accordi/patti per soggetti" Comune di
            Parabiago. (Ecomuseo di Parabiago)
2.  Beni
          comuni coinvolti
I
          patti e gli accordi di cooperazione firmati a Parabiago si concentrano
          prevalentemente su azioni legate alla gestione ambientale. Queste
          iniziative comprendono compiti come la pulizia delle strade per
          rimuovere i rifiuti, la cura delle fioriere, la potatura dell'erba e
          degli alberi, lungo i bordi delle strade, nonch?? la cura, il restauro
          e la manutenzione delle aree verdi di propriet?? o a disposizione del
          comune. In particolare, circa l'11% dei patti stabiliti riguarda la
          manutenzione dell'arredo urbano, come la manutenzione parziale dei
          parchi giochi e la ritinteggiatura delle panchine.
Al
          contrario, le attivit?? incentrate sulla coesione culturale, educativa
          e sociale sono relativamente minori in confronto. Ne sono un esempio
          gli interventi di abbellimento e manutenzione di due scuole primarie e
          una campagna di sensibilizzazione sullo spreco idrico da parte degli
          studenti del Liceo Cavalleri di Parabiago (Fig.4).

Fig. 4 "Accordi/patti per aree di intervento" Comune
            di Parabiago. (Ecomuseo di Parabiago)
3.  Tipo di
          merce
Una
          maggioranza significativa dei patti firmati (83%) si concentra
          principalmente sulla cura e la manutenzione dei beni materiali, mentre
          una percentuale minore di patti (6%) affronta specificamente la
          conservazione dei beni immateriali. Inoltre, ci sono patti (11%) che
          comprendono la cura e la gestione dei beni materiali e immateriali
          (Fig.5).

Fig. 5 Accordi/patti per tipologia di beni nel Comune
            di Parabiago. (Ecomuseo di Parabiago)
Senza
          dubbio, delineare la tipologia di un patto ?? spesso un compito
          impegnativo. La ragione di questa complessit?? risiede nella
          connessione intrinseca tra gli sforzi collaborativi per preservare un
          bene tangibile e la cura degli aspetti intangibili, come le relazioni
          rafforzate dal patto all'interno della comunit?? associata. All'interno
          di questa disamina i patti che comprendono la salvaguardia dei beni
          immateriali possono essere classificati in due categorie: le imprese
          culturali (ad esempio, le iniziative culturali) e le attivit??
          educative volte a promuovere la consapevolezza su temi specifici, come
          l'uso della plastica e la conservazione dell'acqua. Queste iniziative
          sono sviluppate da scuole, associazioni o singoli cittadini.
 Nell'ambito dei beni comuni
          materiali e immateriali, Parabiago abbraccia la promozione di
          iniziative incentrate sulla salvaguardia dell'ambiente e del verde
          urbano. In particolare, il progetto dell'Orto Cistercense esemplifica
          questo impegno attraverso la cura di un giardino didattico e
          terapeutico, che funge da parte integrante del venerato monumento
          nazionale, la Chiesa di Sant'Ambrogio della Vittoria. Guidata da
          un'associazione, questa iniziativa mira a coltivare e sostenere questo
          giardino. Un altro esempio ?? l'impegno di conservazione nella zona
          umida "Cinin", dove tre cittadini hanno
          realizzato la zona umida e sono attivamente impegnati nella
          manutenzione e nel monitoraggio ecologico della sua variegata fauna e
          flora, accompagnati da una meticolosa documentazione fotografica della
          biodiversit?? della zona.
Nell'ambito
dell'arredo
          urbano sono stati stipulati due accordi di collaborazione. Il primo
          accordo ha coinvolto una cooperativa sociale incaricata della
          manutenzione di panchine selezionate in tutta la citt??. La seconda
          convenzione ?? stata stipulata tra un'associazione e un cittadino
          incaricato dei servizi sociali, che si sono occupati della
          manutenzione di specifiche aree gestite dal Comune di Parabiago
          nell'ambito della propria attivit?? di pubblica utilit??. In questi
          casi, i cittadini attivi non solo si occupano della manutenzione
          fisica di un bene tangibile, ma forniscono anche un servizio che
          soddisfa esigenze cruciali per lo sviluppo personale e comunitario.
          Questi servizi comprendono la promozione delle relazioni con il centro
          psicosociale e i suoi pazienti, il monitoraggio della fauna selvatica,
          la promozione dell'integrazione dei minori stranieri non accompagnati
          e la facilitazione della riabilitazione sociale. In tal modo, questi
          accordi contribuiscono al benessere generale sia degli individui
          coinvolti che della comunit?? in generale.
4.  Luoghi
          coinvolti
Quando
          si considerano le varie posizioni di questi interventi, l'attenzione
          principale si concentra sulla cura di giardini, aiuole e parchi. Segue
          a ruota la manutenzione e la manutenzione di piazze e strade. Inoltre,
          nella categoria etichettata come "altro", l'attenzione ?? dedicata alla
          cura di panchine e fontane. (Fig.6)

Fig. 6 'Accordi/patti per luoghi' Comune di
            Parabiago. (Ecomuseo di Parabiago)
Il
          sito dell'ecomuseo di Parabiago presenta una pagina dedicata che funge
          da preziosa risorsa sui patti di cooperazione[6].
          Questa pagina fornisce informazioni complete su come impegnarsi e
          partecipare attivamente a queste iniziative, presentando anche un
          elenco dettagliato dei patti sottoscritti. In particolare, una mappa
          interattiva (Fig.7) mostra i luoghi in cui si sono svolti questi
          interventi.[7]
          Ogni patto ?? meticolosamente catalogato in base alla specifica
          tipologia di intervento che comporta. Inoltre, una scheda che
          accompagna ogni patto offre una grande quantit?? di dettagli, tra cui
          il nome, la descrizione, l'anno di firma, la classificazione come
          patto o accordo e la durata.

Fig. 7 La mappa interattiva dei patti di cooperazione
            firmati. (Ecomuseo di Parabiago)
5.  Durata
L'analisi
          rivela una quota significativa di accordi annuali (48%) e accordi
          occasionali (25%) che comprendono interventi di breve o brevissima
          durata, tipicamente di durata inferiore a un mese o che si svolgono
          nell'arco di pochi giorni nel corso dell'anno. I patti di durata
          compresa tra 1 e 3 anni rappresentano il 17%, mentre quelli che si
          estendono oltre i 3 anni rappresentano solo il 2%. ?? importante notare
          che ogni patto presenta la possibilit?? di un rinnovo. Finora, la
          maggior parte dei casi di rinnovo ha riguardato patti inizialmente
          firmati per una durata di due o tre anni, con un solo caso di rinnovo
          osservato per un accordo originariamente di un anno. Le decisioni di
          rinnovo sono influenzate principalmente dalla volont?? dei cittadini
          attivi di continuare l'attivit??, in particolare in settori come la
          pulizia delle aree pubbliche, la cura degli spazi naturali e
          l'utilizzo dei beni comuni.
Purtroppo,
          tre patti sono stati conclusi a causa della morte del cittadino attivo
          responsabile di essi. Tuttavia, in due casi, altri cittadini si sono
          assunti la responsabilit?? e hanno continuato le iniziative. D'altra
          parte, il progetto "Acqua azzurra, acqua chiara" incentrato sulla
          fontana del Municipio di Parabiago non ?? stato portato avanti da altri
          cittadini. Questa particolare fontana, precedentemente fatiscente e
          fucina di zanzare, ha subito una notevole trasformazione in giardino
          acquatico con obiettivi estetici ed ecologici attraverso il patto
          citato. In seguito alla scomparsa del cittadino che se ne era preso
          cura, l'ecomuseo si ?? assunto la responsabilit?? della manutenzione
          della fontana.
Esempi di accordi
La chiesa della Madonna di Dio'l
            sa
A
          causa della diminuzione del numero di sacerdoti, diverse chiese della
          zona hanno purtroppo cessato di essere accessibili al culto, tra cui
          il santuario riconosciuto a livello nazionale "Madonna di Dio'l
          sa" situato a Parabiago. Tuttavia, nel 2021, un gruppo informale di
          cittadini attivi ha proposto all'ecomuseo un patto di cooperazione
          giustamente chiamato "Apriamo il santuario". L'obiettivo di questo
          patto ?? quello di riaprire periodicamente la "Chiesa della Madonna di
          Dio'lsa",
          organizzando eventi e visite guidate in collaborazione con la
          parrocchia Maria Madre della Chiesa di Nerviano. Inoltre, i cittadini
          hanno preso l'iniziativa di creare un opuscolo informativo per i
          visitatori e hanno intrapreso la rivitalizzazione e la manutenzione
          del cimitero, un tempo lebbrosario (un ospedale di isolamento per
          persone con malattie infettive), che ?? stato adornato con varie
          piante. Questo lazzaretto ha un significato storico in quanto fa parte
          del percorso della 'memoria' che collega i luoghi dove un tempo
          sorgevano i lebbrosari durante i periodi di peste nei cinque comuni
          del Parco dei Mulini[8].
          Inoltre, vale la pena notare che la chiesa stessa ?? uno dei santuari
          lungo il Cammino di Sant'Agostino, un percorso riconosciuto e
          riconosciuto dalla Regione Lombardia[9].
Il
          patto ?? stato siglato nel 2021 con durata biennale e prevede il
          supporto dell'ecomuseo per le citate attivit?? svolte da cittadini
          attivi. Le principali disposizioni del patto comprendono:
???    
              Accesso e utilizzo temporaneo degli spazi comunali, in
          particolare l'ex lebbrosario e il parco adiacente.
???    
              Coordinamento con la Parrocchia, proprietaria del
          santuario 'Madonna di Dio'l sa'.
???    
              Guida e assistenza da parte del personale dell'ecomuseo
          nella pianificazione e nell'esecuzione delle attivit??.
???    
              Progettazione e stampa di materiale informativo sulla
          chiesa.
???    
              Promozione dell'iniziativa, con particolare attenzione
          all'utilizzo dei social network.
???    
              Copertura assicurativa completa, agevolata dal Comune di
          Parabiago, per i cittadini attivi e i collaboratori coinvolti.
Durante
          la fase iniziale, l'ecomuseo ha diffuso informazioni sul patto sul suo
          sito web, invitando le persone interessate a partecipare alla
          collaborazione. Successivamente, una giovane donna ?? stata accolta nel
          gruppo originario di volontari, composto principalmente da pensionati.
Nel
          2023 il patto ?? stato rinnovato con successo per un ulteriore periodo
          di due anni. Le visite guidate hanno visto la partecipazione di
          centinaia di persone, a testimonianza dell'interesse e dell'impegno
          diffuso all'interno della comunit??.
L'oasi di pace e bellezza 
La
          storia dell'Oasi di Pace e Bellezza inizia nell'anno scolastico
          2013/2014 quando gli studenti della 5?? D
          del Liceo Scientifico Cavalleri di Parabiago si rivolsero all'ecomuseo
          con la richiesta di un'area da migliorare su cui poter lavorare da
          soli. L'ecomuseo ha suggerito uno spazio verde abbandonato nei pressi
          del fiume Olona, che un tempo era un giardino e un sito di prova per
          le attrezzature da giardinaggio e i motori fuoribordo prodotti dalla
          vicina azienda MEP Marazzini.
Attraverso
          la formazione e la progettazione co-creativa, con il contributo
          dell'ecomuseo, gli studenti hanno formulato un progetto denominato
          "Oasi di Pace e Bellezza" con l'obiettivo di rivitalizzare l'area e
          renderla accessibile ai giovani. Con le risorse finanziarie del
          concorso nazionale "Meet no Neet" e attraverso la collaborazione con
          enti pubblici e privati, gli studenti sono riusciti a riqualificare
          l'area. I proprietari del terreno ne hanno generosamente concesso
          l'uso gratuito al comune di Parabiago. Fino al 2021 l'associazione
          Legambiente di Parabiago ha collaborato in modo informale con il
          Comune per la manutenzione e la supervisione dell'area.
Nel
          2022 l'associazione Legambiente e un cittadino impegnato (che ha
          risposto alla proposta pubblicata sui siti dell'ecomuseo e del comune
          di Parabiago, chiedendo ulteriore partecipazione) hanno siglato un
          patto di cooperazione per la cura, la pulizia e la valorizzazione
          dell'Oasi di Pace e Bellezza. Questa collaborazione comprende attivit??
          come la semina e la piantumazione di specie erbacee e arbustive
          autoctone, nonch?? l'organizzazione di visite didattiche sul territorio
          per grandi e piccini.
Il
          patto, della durata di tre anni, racchiude le citate attivit?? svolte
          dai cittadini attivi e delinea il supporto fornito dall'ecomuseo, tra
          cui: 
-      
              l'accesso e l'uso temporaneo degli spazi, 
-      
              collaborazione del personale dell'Ecomuseo nella
          pianificazione delle attivit??, 
-      
              idonea
          copertura assicurativa fornita dal Comune di Parabiago per i cittadini
          attivi e i collaboratori coinvolti.
Diagnosi e confronto con la realt?? italiana 
              
Il
          rapporto sull'amministrazione condivisa dei beni comuni in Italia,
          curato da Labsus, consente un confronto
          tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi?? ampio contesto italiano. Il
          rapporto prende in esame 1001 patti di collaborazione attuati in un
          campione di 62 comuni (tra cui Parabiago) che avevano adottato il
          Regolamento per l'Amministrazione Condivisa entro il 2021.
Confrontando
          i risultati del rapporto Labsus con i
          dati sui patti di cooperazione firmati a Parabiago, emergono alcune
          differenze notevoli. 
1.  Attori
          coinvolti
Una
          differenza significativa riguarda gli attori coinvolti in questi
          patti. A Parabiago, circa il 67% dei patti di cooperazione coinvolge
          singoli cittadini o gruppi informali. Al contrario, a livello
          nazionale, questa cifra si attesta solo al 34% circa.
| 
                  Attori
                  coinvolti  | 
            
               Parabiago
                   (dati
                  percentuali)  | 
            
               Italia
                   (dati
                  percentuali)  | 
          
| 
               Singoli
                  cittadini  | 
            
               46  | 
            
               21  | 
          
| 
               Gruppo
                  informale  | 
            
               21  | 
            
               13  | 
          
| 
               Associazioni  | 
            
               13  | 
            
               40  | 
          
| 
               Aziende
                  agricole/distretto agricolo  | 
            
               10  | 
            
               0  | 
          
| 
               Scuole  | 
            
               4  | 
            
               7  | 
          
| 
               Aziende/societ??  | 
            
               4  | 
            
               6  | 
          
| 
               Imprese
                  sociali/non profit  | 
            
               2  | 
            
               4  | 
          
| 
               Altro,
                  Enti ecclesiastici, Fondazioni, Altre istituzioni pubbliche,
                  Professionisti, Universit??  | 
            
               0  | 
            
               9  | 
          
 Tab.
            1 Confronto tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi?? ampio contesto
            italiano. Attori coinvolti. (Dati: Ecomuseo di Parabiago e Labsus)
2.  Beni
          coinvolti
Il
          campo di intervento predominante, sia a Parabiago che su tutto il
          territorio nazionale, ruota attorno all'ambiente e al verde urbano.
          Tuttavia, questo aspetto ha un significato ancora maggiore a Parabiago
          rispetto al contesto nazionale. Vale la pena notare che, a differenza
          del pi?? ampio contesto nazionale, a Parabiago non sono presenti
          progetti legati ad ambiti come lo sport, l'animazione territoriale, o
          iniziative occupazionali (come spazi di coworking o strutture di
          accoglienza turistica).
| 
                  Beni coinvolti  | 
            
               Parabiago
                   (dati
                  percentuali)  | 
            
               Italia
                   (dati
                  percentuali)  | 
          
| 
               Ambiente
                  e verde urbano  | 
            
               79  | 
            
               48  | 
          
| 
               Arredo
                  urbano  | 
            
               11  | 
            
               19  | 
          
| 
               Attivit??
                  scolastiche/didattiche  | 
            
               6  | 
            
               7  | 
          
| 
               Beni
                  Culturali/Cultura  | 
            
               4  | 
            
               7  | 
          
| 
               Inclusione
                  sociale, co-design, sport, beni immateriali non elencati,
                  animazione, coworking, accoglienza turistica, altro  | 
            
               0  | 
            
               19  | 
          
Tab. 2 Confronto tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi??
            ampio contesto italiano. Beni coinvolti. (Dati: Ecomuseo di
            Parabiago e Labsus)
3.  Tipo di
          merce
Sia
          a Parabiago che nel contesto nazionale, la maggior parte dei patti
          firmati ruota attorno alla cura dei beni materiali. Tuttavia, una
          notevole distinzione emerge quando si considera la classificazione dei
          beni come materiali o immateriali. A Parabiago, solo tre patti
          rientrano nella categoria intangibile, a differenza del contesto
          nazionale in cui lo fa un quarto dei patti censiti.
Inoltre,
          a differenza del contesto nazionale, a Parabiago non sono stati
          firmati patti specificamente incentrati sui beni comuni digitali.
Per
          quanto riguarda i beni materiali e immateriali, Parabiago vede
          principalmente lo sviluppo di attivit?? nel campo dell'ambiente e del
          verde urbano, mentre il contesto nazionale presenta una gamma pi??
          diversificata di classificazioni.
 
| 
                  Tipo di merce  | 
            
               Parabiago
                   (dati
                  percentuali)  | 
            
               Italia
                   (dati
                  percentuali)  | 
          
| 
               Materiali  | 
            
               83  | 
            
               63  | 
          
| 
               Intangibile  | 
            
               6  | 
            
               7  | 
          
| 
               Materiale
                  e immateriale  | 
            
               11  | 
            
               25  | 
          
| 
               Digitale  | 
            
               0  | 
            
               1  | 
          
| 
               Non
                  rilevabile  | 
            
               0  | 
            
               4  | 
          
Tab. 3 Confronto tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi??
            ampio contesto italiano. Tipo di merce. (Dati: Ecomuseo di Parabiago
            e Labsus)
4.  Luoghi
          coinvolti 
L'esame
          delle sedi coinvolte negli accordi di cooperazione rivela un
          significativo allineamento tra i dati di Parabiago e quelli presentati
          nel rapporto Labsus. In prima linea
          abbiamo la manutenzione di giardini, aiuole e parchi, seguita dalla
          manutenzione di piazze e strade, anche se c'?? una differenza
          sostanziale in termini di percentuali.
La
          categoria etichettata come "altro", che a Parabiago si riferisce alla
          cura di panchine e fontane, ?? frequentemente associata "?? spesso
          indicata in compartecipazione ad attivit?? di carattere sportivo (15
          volte) o per aree di intervento rientranti nell'inclusione sociale,
          beni immateriali o attivit?? culturali". Questi sforzi pi?? ampi spesso
          danno la priorit?? alla manutenzione di strutture sportive come i
          giardini. (Labsus, 2022)
A
          differenza dello scenario nazionale, a Parabiago non sono stati
          stipulati accordi per quanto riguarda la manutenzione delle superfici
          murarie (su strade), degli spazi culturali, delle biblioteche, delle
          ex aree industriali, degli edifici e delle caserme.
 
| 
                 Posti   | 
            
               Parabiago
                   (dati
                  percentuali)  | 
            
               Italia
                   (dati
                  percentuali)  | 
          
| 
               Giardini/aiuole/parchi  | 
            
               46  | 
            
               43  | 
          
| 
               Piazze/percorsi  | 
            
               38  | 
            
               18  | 
          
| 
               Pi??
                    | 
            
               6  | 
            
               16  | 
          
| 
               Edifici  | 
            
               4  | 
            
               9  | 
          
| 
               Scuole  | 
            
               4  | 
            
               6  | 
          
| 
               Nessuno  | 
            
               2  | 
            
               2  | 
          
| 
               Superfici
                  murarie (di strade), spazi culturali (cinema, teatri),
                  biblioteche, aree o edifici industriali, caserme  | 
            
               0  | 
            
               6  | 
          
Tab. 4 Confronto tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi??
            ampio contesto italiano. Luoghi coinvolti. (Dati: Ecomuseo di
            Parabiago e Labsus)
5. 
                Durata
A
          Parabiago la tendenza dominante ?? quella degli accordi annuali e
          sporadici, mentre a livello nazionale si assiste a una prevalenza di
          patti che vanno da 1 a 3 anni. Rispetto all'indagine nazionale
          condotta nel 2019, si registra una crescente propensione verso un
          aumento del numero di patti che rientrano nella fascia di durata da 1
          a 3 anni, nonch?? di quelli che superano la soglia dei 3 anni, sebbene
          questi ultimi rimangano una minoranza a Parabiago. Da notare che il
          rapporto Labsus considera anche i patti
          classificati come annuali, quelli che, nonostante la loro durata
          iniziale di 1 anno, sono stati rinnovati e di conseguenza sono attivi
          da pi?? anni.
| 
                  Durata  | 
            
               Parabiago
                   (dati
                  percentuali)  | 
            
               Italia
                   (dati
                  percentuali)  | 
          
| 
               Interventi
                  occasionali/durata indefinita  | 
            
               25  | 
            
               4  | 
          
| 
               Meno
                  di 1 anno  | 
            
               8  | 
            
               9  | 
          
| 
               1
                  anno  | 
            
               48  | 
            
               32  | 
          
| 
               Da
                  1 a 3 anni  | 
            
               17  | 
            
               41  | 
          
| 
               Pi??
                  di 3 anni  | 
            
               2  | 
            
               14  | 
          
Tab. 5 Confronto tra l'ecomuseo di Parabiago e il pi??
            ampio contesto italiano. Durata. (Dati: Ecomuseo di Parabiago e Labsus)
6.  Forme
          di sostegno
A
          differenza di Parabiago, dove il sostegno ?? costantemente fornito in
          modo combinato, a livello nazionale diventa evidente che il sostegno
          ruota prevalentemente attorno a un'unica misura di sostegno, come la
          fornitura di materiali, seguita dalla promozione di iniziative e dalla
          pubblicit??. Inoltre, a livello nazionale, rivestono un'importanza
          significativa anche le agevolazioni fiscali per i partecipanti al
          patto e l'assistenza tecnica.
Conclusioni
La
          pratica dell'amministrazione condivisa dei beni comuni attraverso
          processi di co-creazione in Italia ?? un meccanismo cruciale per
          garantire la cura e la gestione del territorio, promuovendo al
          contempo un senso di comunit?? e resilienza in mezzo a crisi locali e
          globali multiformi. Co-creazione, sussidiariet?? e beni comuni
          rappresentano concetti chiave nel contesto europeo che riflettono la
          necessit?? di coinvolgere attivamente i cittadini, promuovere la
          responsabilit?? delle comunit?? locali e garantire la gestione
          sostenibile delle risorse condivise. Questi concetti si intersecano e
          si rafforzano a vicenda, fornendo un quadro concettuale per affrontare
          sfide complesse in modo collaborativo ed efficace. All'interno della
          realt?? italiana, questi concetti giocano un ruolo cruciale nella
          Costituzione italiana e le normative locali che regolano la cura dei
          beni comuni attraverso la co-creazione e la sussidiariet?? sono
          diventate sempre pi?? prevalenti in tutto il paese. Numerosi comuni
          italiani, cos?? come alcuni ecomusei gestiti da istituzioni pubbliche,
          hanno adottato questo strumento. Tra questi spicca l'ecomuseo di
          Parabiago, che tra il 2017 e il 2023 ha facilitato 48 patti di
          cooperazione per la cura dei beni comuni.
L'approccio
dell'ecomuseo
          di Parabiago ?? incentrato sulla gestione condivisa del paesaggio e del
          patrimonio culturale come beni comuni, promuovendo l'uso responsabile
          delle risorse locali e favorendo un pi?? forte senso di comunit??.
          Questo sistema di governance, caratterizzato dal coinvolgimento attivo
          degli stakeholder locali, svolge un ruolo fondamentale nella creazione
          di un senso di luogo e di comunit??, generando in ultima analisi
          impatti culturali significativi (Dal Santo, Worts,
          2022). Attraverso questo approccio, l'ecomuseo ?? un facilitatore che
          consente alle persone di contribuire con le proprie energie creative e
          fisiche, condividendo le risorse della comunit?? per il beneficio
          collettivo e la produzione e lo sviluppo di beni comuni e benessere. I
          risultati raggiunti possono essere valutati in relazione ai
          cambiamenti trasformativi che sono stati avviati all'interno della
          comunit??. Questi includono cambiamenti metodologici nelle pratiche di
          lavoro, cambiamenti culturali con particolare attenzione alle
          dimensioni sociali e relazionali, nonch?? cambiamenti fisici come il
          miglioramento della qualit?? del patrimonio e del paesaggio e la salute
          e sicurezza degli ecosistemi.
A
          Parabiago, pi?? che a livello nazionale, i patti ruotavano
          principalmente intorno alla cura e alla rivitalizzazione del verde e
          delle aree naturali, venendo incontro alle esigenze di singoli
          cittadini e gruppi informali che non sono affiliati ad associazioni ma
          desiderano dedicare i propri sforzi alla gestione dei beni comuni.
Tuttavia,
          a Parabiago sono stati individuati diversi punti critici. Gli accordi
          firmati hanno spesso una durata breve. Per questo motivo, garantire la
          continuit?? dei progetti e dei processi ?? un compito impegnativo e sono
          necessari sforzi significativi da parte dell'ecomuseo per coordinare e
          sostenere i numerosi cittadini attivi, nonch?? per sostenere i progetti
          interrotti.
Il
          diagramma di flusso presentato nella Figura 1 per l'attivazione di un
          accordo dovrebbe essere ripensato in modo circolare. Il monitoraggio
          di ciascun accordo concluso fornirebbe un feedback
          essenziale per una migliore elaborazione di nuovi accordi. A causa
          dell'elevato numero di accordi attivati, viene posta un'enfasi
          limitata sul monitoraggio dei risultati e degli impatti, che sono
          spesso valutati in modo informale e non analitico.
La
          copertura assicurativa ?? un vantaggio importante per i volontari, ma ??
          diventata sempre pi?? onerosa per il comune. Sarebbe pi?? appropriato
          sviluppare polizze assicurative che tengano conto del tempo effettivo
          dedicato alle attivit?? di cittadinanza attiva.
Nonostante
queste
          sfide, l'esperienza di Parabiago dimostra che gli accordi di
          cooperazione sono uno strumento prezioso per realizzare principi
          costituzionali come la sussidiariet?? e la conservazione del paesaggio,
          contribuendo al contempo a cambiamenti significativi nella cultura
          sociale verso comunit?? pi?? coese e resilienti.
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[1] Versione
            consolidata del trattato sull'Unione europea, TITOLO I -
            DISPOSIZIONI COMUNI, articolo 5
[3] Informazioni
            aggiornate sono disponibili all' indirizzo
                https://sites.google.com/view/ecomuseiitaliani/chi-siamo
[4]
            https://sites.google.com/view/ecomuseiitaliani/manifesto
[5] Il monitoraggio
            periodico ?? riportato su
            https://sites.google.com/view/parcodeimulini/il-parco/pianificazione/patto-per-lolona