Descrizione
Le prime notizie della villa risalgono al 1664 quando l'edificio, già di proprietà della famiglia Borri di Corbetta,
fu ipotecato a favore di Clara Pedra Borgazzi a garanzia dei numerosi
debiti che Francesco Borri aveva contratto nei confronti della
nobildonna milanese.
Nel 1690 Maddalena Borri, erede di Francesco, cedeva definitivamente la
proprietà a Carlo Domenico Borgazzi, figlio ed erede di Clara Petra,
assieme ad altri beni al fine di estinguere il debito accumulato dal
padre.
La stima fatta dall'ingegnere collegiato di Milano
Giuseppe Maria Ceriani, allegata all'atto notarile, contiene una lunga e
minuziosa descrizione della villa. L'edificio si articolava su più
corpi di fabbrica: un'antica parte della casa (non più esistente) si
prospettava sull'attuale via 4 giugno
con un portone d'ingresso dal quale avevano accesso le carrozze.
Disposta su due piani, la costruzione comprendeva una legnaia ed un
fienile collocati a destra del portone; una scala conduceva ai piani
superiori dove si trovavano alcune camere. Un secondo corpo di fabbrica
(l'attuale Casa Giacobbe), era posto perpendicolarmente ai locali
d'ingresso secondo uno schema ad "L", caratterizzato al piano terra da
un portico sul quale si apriva il salone principale della villa,
caratterizzato da un bellissimo camino in pietra scolpita raffigurante
il mito di Orfeo e lo stemma della casata dei Borri.
Giovanni Battista Borgazzi eredità la casa per poi passare qualche tempo dopo al ragioniere Filippo Viganò di A
sinistra di questo si trovavano due sale adibite a cucina e lavanderia.
Il piano superiore era occupato dalle camere. Un terzo corpo di
fabbrica oggi distrutto accoglieva invece un torchio con una torretta
che fungeva da colombaia. Nel 1723, in occasione del catasto voluto da
Carlo VI, fu stesa la prima carta catastale di Magenta dove già
risultava chiaramente la costruzione. Nel 1768Milano, che nel maggio
del 1820 vendette tutti i suoi beni a Magenta, a Giovanni Andrea De Andrea, anch'egli residente in Milano. All'atto di vendita è legata una permuta dei beni eseguita dall'ingegner Paolo Bianchi nel 1818. Nel 1833
il proprietario morì lasciando i suoi beni in eredità alle figlie e ad
alcuni suoi nipoti; nelle successive ripartizioni la villa andò alla
figlia Agostina De Andrea, sposata con l'avvocato Giovanni Giacobbe
(padre), a cui risulta intestata la casa nel 1841. Al 1854 risale un nuovo rilevamento catastale che però non mostra significative variazioni rispetto alla struttura del Settecento.
Personaggio di spicco che abitò la villa fu Donna Maria Porro
Lambertenghi, moglie di Giovanni Giacobbe (padre), figlia del Marchese
Giberto Porro Lambertenghi che ebbe come precettore Silvio Pellico.
Quartier generale austriaco durante la battaglia del 1859
venne assaltata dai franco - piemontesi nel tentativo di scuotere il
comando avversario. Mentre tutta la villa è stata recentemente
ristrutturata, la facciata sul giardino, conserva infatti ancora oggi i
fori dei proiettili e delle cannonate dello scontro. L'avvocato Giovanni
Giacobbe incaricò il pittore Giacomo Campi di decorare il porticato della villa con un ciclo pittorico in cui si racconta la campagna militare del 1859. L'opera venne terminata, come documenta la firma, nel 1897.
Allo stesso artista si devono altri pregevoli lavori come il famoso
"Brindisi della riconciliazione" tra un soldato austriaco ed uno
francese, affrescato nel grande camino della villa, dipinto
successivamente, nel 1918.
Anche per il museo patriottico ordinato dal figlio Gianfranco, Tenente
di Cavalleria, la famiglia si avvalse dell'opera del Campi che decorò il
frontone e la porta d'ingresso. Di queste ultime opere però non rimane
nulla, in quanto sono andate distrutte con la ristrutturazione degli
anni '70 del XX sec. Nel 1921, dopo la morte del figlio, Giovanni Giacobbe donò alla città di Magenta i cimeli della battaglia del 1859 e dieci anni più tardi, nel 1931 il Podestà di Magenta, Giuseppe Brocca, affidò le preziose memorie al museo del risorgimento di Milano.
Nel 1935 la villa fu acquistata da comune e nello stesso anno vennero abbattuti i corpi di fabbrica adiacenti alla via 4 giugno
e l'ala anticamente occupata dal torchio. Di quest'ultima fu
risparmiata solo la bassa parete con l'ampia arcata attraverso la quale
si accedeva ad una palestra coperta per i balilla, costruita dal 1936.
La villa è attualmente sede delle associazioni storiche magentine,
apprezzato centro e motore delle iniziative culturali della città.
(testo tratto da wikipedia)