Approfondimento
Il salice ieri e oggi
Un po’ di storia…
Il salice in latino era
detto salix, ma i romani lo chiamavano vimen, per sottolineare l’uso a
cui erano destinati i suoi rami flessuosi, ossia
alla fabbricazione di ogni tipo di legacci. Il colle Viminale di Roma porta questo nome proprio perché nel passato era ricoperto di salici.
Il salice è stato da sempre apprezzato per le sue proprietà curative, soprattutto per la corteccia usata per combattere la febbre e le malattie dovute all’umidità; l’efficacia di tali medicamenti venne più tardi confermata dalla scoperta della salicina, sostanza presente nelle
foglie del salice e oggi sostituita dall’acido acetilsalicilico, preparato base di analgesici quali l’aspirina.
alla fabbricazione di ogni tipo di legacci. Il colle Viminale di Roma porta questo nome proprio perché nel passato era ricoperto di salici.
Il salice è stato da sempre apprezzato per le sue proprietà curative, soprattutto per la corteccia usata per combattere la febbre e le malattie dovute all’umidità; l’efficacia di tali medicamenti venne più tardi confermata dalla scoperta della salicina, sostanza presente nelle
foglie del salice e oggi sostituita dall’acido acetilsalicilico, preparato base di analgesici quali l’aspirina.
…Oggi
Il salice oggi viene
impiegato come pianta ornamentale nei giardini o per decorare stagni. I
giovani rami (vinchi) vengono impiegati in agricoltura per legare le
viti, mentre i vincastri ancora oggi, sono utilizzati per realizzare
cesti e stuoie grazie alla loro flessibilità. I salici possono essere
utilizzati nelle opere di ingegneria naturalistica per la protezione
del suolo, specialmente in alta montagna, grazie alla riproduzione
vegetativa e grazie all’adattabilità a qualsiasi tipo di terreno e di
clima. La corteccia di quasi tutte le specie contiene tannini che
vengono utilizzati per la concia del pellame.