Il Cristianesimo e gli alberi
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“Alla dolcissima figlia Basiliana che
visse all’età di 5 anni, 2 mesi e 23 giorni…
i genitori Basiliano e Sudenzia
dedicarono contrariamente alla propria speranza
deposta il 10 Aprile”
Al crollo dell’Impero Romano (nel 476 d.C.) segue un periodo di grave crisi economica e sociale, che porterà ad una drastica riduzione della popolazione e degli scambi commerciali. Quasi contemporaneamente, comincia l’attività missionaria promossa dalla Chiesa di Milano, anche se le più antiche testimonianze epigrafiche (tra cui il Sarcofago di Basiliana, rinvenuto a San Lorenzo di Parabiago) risalgono solo al secolo V d.C. E’ di questo periodo anche la fondazione delle prime pievi rurali, attorno alle quali cominciano ad organizzarsi intere comunità.
Il processo di cristianizzazione fu capillare, ma molto lento: si trattò infatti di appropriarsi degli elementi del paganesimo, per poi rielaborarli alla luce del messaggio cristiano. I nomi delle piante portano il segno di questo processo: viene infatti cristianizzata l’intera flora che, abbandonate le divinità pagane, fa ricorso al demonio, ai santi, a Cristo e alla Madonna. L’albero in particolare, era carico di simbologie fin dall’antichità: ben radicato in terra, ma con i rami protesi verso il cielo era infatti considerato partecipe di entrambi i mondi, quello umano e quello divino. Con il cristianesimo l’albero divenne simbolo della nuova vita offerta all’uomo.