Ecomuseo del paesaggio

N. 43 del 9/2/2010

ECOMUSEO: UN TERRITORIO, UNA POPOLAZIONE, UN PATRIMONIO


M'appare il Parco dei Mulini

 
I Comuni di Canegrate, Legnano, Parabiago, San Vittore Olona e il Parco dei Mulini, un area verde lungo il fiume Olona, Vi invitano a partecipare alla formazione di una MAPPA DEL PARCO che tenga conto delle sue memorie e delle sue trasformazioni. Questo documento rappresenterà uno strumento concreto nel quale la gente potrà indicare i caratteri significativi e distintivi del territorio, che cosa non esiste più e merita di essere ricordato, che cosa c'è ancora che valga la pena di essere conservato e valorizzato, e ancora, che cosa andrebbe migliorato o cambiato.
 
Scarica il questionario e portalo compilato alla prima riunione per la redazione della mappa programmata presso la Villa Corvini in via S.Maria, 27 a Parabiago il giorno 25 febbraio 2010 alle ore 20.45. Tutti sono invitati a partecipare!

Per maggiori informazioni puoi contattare l'ufficio del Parco.
tel 0331 493002 - fax 0331 554679
e-mail:
agenda21@comune.parabiago.mi.it
oppure gli ufficio ambiente dei Comuni del Parco (Legnano, S.Vittore Olona, Canegrate, Parabiago)
sito web:
http://sites.google.com/site/parcomulini

 

I noster platan: inscì bei! - La piazza Maggiolini cambia look

 

I nostar platan inscì bei! Che boria,

Se un quei forestu al steva lì a guardaghi!

Che voeuia da cuntaghi sù la storia

Dal Maggiolin ca l'è staa lu a pansaghi,

Dopu vè sborsà lu i danée par fà

La piassa granda anca in do gh'eva i cà

 

Fumagalli descriveva così i maestosi platani che, sino agli anni 30, abbellivano la piazza Maggiolini e che, per una malattia, furono abbattuti. Da allora le alberature di P.za Maggiolini non hanno goduto di molta salute. Il colpo di grazia agli aceri già ampiamente colpiti da malattie fungine è stato dato dal Tarlo asiatico o Anoplophora chinensis, il coleottero mangiapiante che da ormai qualche anno sta mettendo in ginocchio tutto l'Altomilanese.

 

Il 3.2.2010 Ersaf (Ente Regionale per il Servizi all'Agricoltura e alle Foreste) ha per questo motivo tagliato tutti gli alberi e ne ha fresato le radici, considerando che le larve di questo voracissimo coleottero albergano, appunto, alla base del tronco, dove scavano gallerie profonde, innescando un lento processo che, a lungo andare, minaccia irrimediabilmente la salute e la stabilità della pianta.

Sempre grazie ad ERSAF e a Regione Lombardia che ha finanziato l’intervento, nei giorni seguenti sono stati posti a dimora nuovi alberi di liquidambar non graditi al coleottero dalle lunghe antenne, che ama in particolare aceri, faggi, betulle e carpini.

 

Il liquidambar è un albero di origine nordamericana, con tronco slanciato. Le foglie sono caduche e alterne (a differenza di quelle, opposte, degli aceri a cui assomigliano), di colore verde; divengono gialle, rosse e arancio in autunno. Può raggiungere un'altezza di oltre 25-35 m e la sua chioma un diametro di m 10.

 

Nell’attesa della loro crescita, godiamoci la bella facciata della chiesa, progettata dal celebre architetto Permarini.

 
 

Gli ebook "La Patera di Parabiago"

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